Corruzione negli uffici della Regione/ Lettera aperta all’assessore Roberto Agnello

UN DIRIGENTE REGIONALE – PRESIDENTE DI UN’ASSOCIAZIONE DI DIPENDENTI PUBBLICI – CHIEDE CONTO E RAGIONE AL TITOLARE DELL’ECONOMIA CIRCA CERTE ACCUSE

da Paolo Luparello
presidente dell’Associazione “Perché no…qualcosa si muove”
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Egregio Assessore Agnello,

dal quotidiano online Siciliainformazioni leggiamo il seguente articolo: “La denuncia di Agnello: “Sicilia in ginocchio per la corruzione” … del 26 settembre 2014. Parliamo di Roberto Agnello, assessore regionale all’Economia.

Ci colpisce, in particolare, il seguente passaggio: “Negli ultimi 15 anni mi sono occupato di sistemi di controllo in cui si genera il malaffare, sono stato in prima linea nel post crack Parmalat ad esempio e in molte altre multinazionali. Ho cercato di comprendere e valutare come sia possibile che il sistema correttivo riesca ad ottenere dei benefici economici. La Regione siciliana si trova in queste condizioni per la corruzione, per il permanere della corruzione negli ultimi vent’anni”.

Questo l’assessore all’Economia, Agnello, l’ha detto intervenendo al Centro Pio La Torre di Palermo, nel corso di un convegno che ha avuto per tema la lotta alla mafia e gli interventi necessari a livello europeo.

Mi rendo conto che il redattore dell’articolo potrebbe avere semplificato il suo intervento ed è per questo che, a nome dell’Associazione che rappresento “Perché no…qualcosa si muove” chiedo all’assessore di specificare il suo dire.

Nella Regione siciliana operano circa 20 mila dipendenti e per la legge dei grandi numeri è purtroppo ovvio che una parte di essi possa avere una inclinazione a delinquere e la cronaca, con una certa frequenza, ce ne dà notizia, così come ci dà notizia di politici corrotti, di corruzioni e truffe nel mondo della sanità, di corruzioni e truffe in vari enti locali e in amministrazioni centrali, di truffe di privati cittadini per accedere a vari benefici di legge…

Notizie che non mi porterebbero mai a dire che tutta l’Italia è corrotta o che tutta una categoria di soggetti è dedita a delinquere.

L’articolo che cito – e per il quale Le chiedo una specificazione – non ha destato soltanto in me una certa irritazione, ma anche in tanti dipendenti regionali che lo hanno letto e che lo hanno commentato su Facebook. I dipendenti della Regione siciliana sono abituati, purtroppo, a non godere della benevolenza dell’opinione pubblica e ogni occasione è buona per offenderli e denigrarli.

Ma un conto è che un soggetto esterno all’Amministrazione regionale si lanci in gratuite affermazioni sulla base di si dice e di pregiudizi, mentre cosa ben diversa è che lo faccia un assessore di quella stessa Amministrazione, che dovrebbe far valere non soltanto l’autorevolezza del ruolo, ma anche la pluriennale esperienza professionale.

Se Lei è in possesso di informazioni di reato avrà sicuramente già notiziato le istituzioni competenti, ma ciò non muta l’invito che Le rivolgo: e cioè a non generalizzare certe affermazioni quando queste riguardano una categoria di persone così ampia che, se non appartenenti a qualche organizzazione criminale – e non mi risulta che la Regione siciliana sia da considerare tale – sempre per la legge dei grandi numeri presenta una percentuale significativa di persone per bene, padri e madri di famiglia, impegnate nel sociale e non disponibili a farsi insultare da chicchessia!

Nell’attesa di una sua gradita risposta,
voglia gradire i miei saluti

associazione@pec.perchenosicilia.org

Redazione

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