Due persone agli arresti domiciliari, un divieto di esercitare la professione di consulente del lavoro e altri due di esercitare uffici direttivi presso persone giuridiche e imprese. Questo il bilancio di un’operazione portata a termine dalla guardia di finanza di Siracusa nell’ambito di una inchiesta per un presunto giro di corruzione all’Ispettorato territoriale del lavoro. Ai domiciliari sono finiti il direttore Michelangelo Trebastoni, 60 anni, e una sua persona di fiducia che avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra l’Ispettorato e le aziende. Le misure interdittive, invece, riguardano due imprenditori di Siracusa operanti nel settore della vigilanza privata e un consulente del lavoro.
La procura ipotizza i reati di corruzione, concussione e rivelazione di segreto d’ufficio ad opera di dirigenti e funzionari dell’Ispettorato. Questi, in cambio di «utilità di varia natura», avrebbero condizionato la pianificazione e l’esito delle ispezioni in favore di diverse imprese. Secondo le fiamme gialle esisteva un «consolidato circuito corruttivo alimentato da solidi legami di amicizia che univano corrotti e corruttori». Gli investigatori della compagnia di Noto, che hanno portato avanti le indagini, illustrano il dettaglio di una presunta corruzione: davanti ad alcuni controlli sulla regolarità contributiva e previdenziale da parte di un istituto di vigilanza privata, i funzionari dell’Ispettorato, «su disposizione del loro direttore», non avrebbero contestato alcuni rilievi emersi. In cambio il rappresentante legale della società avrebbe concesso l’assunzione di una persona segnalata dallo stesso direttore. In parallelo, tuttavia, l’Inps aveva proseguito i suoi controlli elevando multe per 80mila euro per violazioni amministrative.
“Ricostruita – dicono dalla guardia di finanza – una fitta rete di contatti mirata a sfruttare l’influenza derivante dalla posizione dominante del direttore dell’Ispettorato di Siracusa per favorire svariate situazioni inerenti ai suoi interessi personali o a quelli di persone a lui vicine». Il dirigente inoltre, «abusando del proprio incarico e dei propri poteri», avrebbe convocato più volte negli uffici dell’ispettorato un socio di una nota scuola di lingue “al fine di ottenere un trattamento di favore e un’assistenza dedicata in vista dell’iscrizione del figlio a un corso di inglese». Non avendo ricevuto un feedback positivo da parte dell’imprenditore, il direttore avrebbe disposto nei giorni successivi l’avvio di un accertamento.
In un’altra occasione, ad essere convocati con urgenza presso la direzione dell’Itl sono stati i titolari di un negozio di ottica. Anche a questi sarebbe stata ventilata l’ipotesi di accertamenti sulla loro società con l’individuazione di sicure anomalie che sarebbero state, invece, scongiurate «grazie all’intervento del direttore» il quale, in cambio, avrebbe puntato a ottenere la promessa di un «trattamento di favore per l’acquisto di occhiali da vista». Il dirigente, inoltre, nel corso di alcuni incontri con i responsabili di numerosi supermercati della Sicilia sud-orientale, «prospettava alle controparti la pianificazione di controlli – raccontano le fiamme gialle – in modo da condizionarne l’esito senza l’irrogazione di sanzioni amministrative, ottenendo in cambio l’assunzione di persone da lui segnalate in diversi punti vendita».
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