ALMENO NEI LAVORI PUBBLICI – CHE CI SONO – LA MAFIA SEMBRA SCONFITTA. NON SE NE PARLA PIU’. ARCHIVIATA. MA SIAMO SICURI CHE E’ PROPRIO COSI’? E COME MAI TUTTO TACE DA OLTRE CINQUE ANNI?
Su un fatto dobbiamo essere tutti d’accordo: la Sicilia, nel settore dei lavori pubblici, è diventata un’Isola felice. I tempi in cui i Ros – il Reparto operativo speciale dei Carabinieri – stilava il celebre rapporto sugli appalti pubblici nella Sicilia di fine anni ’80 sono ormai un pallido ricordo. Angelo Siino, “Ministro dei lavori pubblici di Totò Riina” è archeologia. I “tavoli e tavolini” sono stati smontati.
Ragazzi: parlano i fatti. A Milano esplode lo scandalo dell’Expo. A Venezia lo scandalo del Mose. Tangenti di qua, tangenti di là. In Sicilia, invece, tutto tace.
I sindacati si lamentano: i lavori pubblici sono fermi. Non è proprio così. Perché ci sono lavori pubblici fermi. E altri che vanno avanti.
La differenza, rispetto al passato, è che vanno avanti nel silenzio generale.
La gestione dei rifiuti e dell’acqua, per esempio. Sono quasi 600 milioni di euro e forse più solo negli ultimi tre-quattro anni. Accentrati negli uffici dell’assessorato regionale all’Energia. Quasi tutti affidamenti diretti, nel nome dell’emergenza.
Poi ci sono i lavori – e le forniture – della Protezione civile regionale. Altre opere ‘emergenziali’. Altri soldi.
Quindi i lavori nelle autostrade siciliane: eterni.
Poi i porti e gli interporti: altre opere eterne che non finiscono mai.
Parliamo di soldi. Tanti soldi. A giudicare da quello che vediamo, tutto è a norma di legge. Non sono mancate le polemiche sugli affidamenti senza gara, specie nel settore dei rifiuti. Con soggetti che sembrano essere sempre gli stessi. Ma, ribadiamo, è tutto in regola. Fino a prova contraria.
Per fortuna la mafia non c’è più. O, quanto meno, non è più nel settore dei lavori pubblici della Sicilia. Così almeno sembra.
I risultati? Anche questi sono sotto gli occhi di tutti. Sulla gestione idrica si capisce poco o nulla. Alcuni privati sono falliti. Le ‘bollette’, nel contempo, sono aumentate. I cittadini siciliani pagano di più. Spesso a sproposito.
Nelle ‘bollette’ viene calcolata anche l’acqua depurata. Solo che in Sicilia molti depuratori sono sfasciati. E’ il caso di Vittoria, provincia di Ragusa. Ne abbiamo parlato e ne parliamo anche oggi in altra parte del giornale.
E’ il caso di Lampedusa. E’ il caso di altri paesi dell’Agrigentino.
Scommettiamo che se lanciamo un appello sul nostro giornale i cittadini di alcuni Comuni siciliani ci diranno che, dalle loro parti, il depuratore non funziona? Cari lettori di LinkSicilia, siete invitati a segnalarci se, nei luoghi dove abitate, i depuratori funzionano o non funzionano.
A proposito: le ‘bollette’ sono state ‘sgravate’ dei costi a carico dei cittadini là dove i depuratori non funzionano? Il problema è che, in Sicilia, non funzionano nemmeno le associazioni dei consumatori…
Che dire, poi, delle condotte idriche? Sicilacque – il gruppo privato al quale sono state cedute, per decenni, e gratuitamente, tante infrastrutture idriche realizzate con i soldi dei siciliani – ha riparato tali condotte? Insomma: i privati hanno sistemato le condotte idriche dei Comuni siciliani? Non sembrerebbe.
Non parliamo degli appalti nel settore dei rifiuti. La raccolta differenziata, in Sicilia, tranne qualche caso, non esiste. Si va avanti con le discariche. E se qualcuno si oppone alle discariche, va a casa. Poi, il silenzio generale.
Le autostrade siciliane? Un mezzo delirio. Siamo certi che tutto prosegua nel rispetto della sicurezza degli automobilisti (che peraltro pagano i pedaggi)? E nei porti tutto fila per il meglio? Idem per gli interporti sempre in fase di realizzazione?
Insomma, nel mondo delle opere pubbliche della Sicilia, tra acqua, rifiuti, strade, autostrade e porti è tutto in ‘ordine’, con la mafia sconfitta? Oppure c’è un ‘tappo’ che blocca tutto?
Ai posteri la risposta…
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