Un giro di mazzette dietro i lavori di manutenzione delle strade fatti al risparmio. Per riassumere il giro d’affari gli investigatori avevano ribattezzato l’inchiesta Buche d’oro. Tangenti che secondo i magistrati oscillavano da un minimo di tremila euro e un massimo di 300mila euro. Passati otto mesi dal blitz, si è concluso il primo capitolo in tribunale. Il giudice per le indagini preliminari Luca Lorenzetti ha condannato per corruzione Riccardo Contino e Giuseppe Romano, 4 anni, Giorgio Gugliotta, 2 anni e 11 mesi, Giuseppe Panzica, tre anni e sei mesi, e Gaetano Trovato, 1 anno e 9 mesi. Tutti dipendenti del centro direzione Anas di Catania che, a eccezione di Trovato, restano ancora agli arresti domiciliari.
Lo schema ricostruito dal nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di finanza etnea ha tolto il velo su un vero e proprio patto occulto tra funzionari pubblici e imprenditori. Con i secondi disposti a mettere mano al portafoglio per avere controlli scarsi, o nulli, sulla qualità dei lavori di manutenzione. Riuscendo così a operare indisturbati e in difformità rispetto ai capitolati d’appalto.
Tra i condannati ci sono anche gli imprenditori Vincenzo Baiamonte e Vito D’Anna, per loro la pena è di due anni in accoglimento della richiesta di patteggiamento. La scorsa udienza il giudice aveva aveva stralciato la posizione di sette dei tredici imputati dopo avere ottenuto il via libera della procura che aveva dato parere favorevole sulle richieste di patteggiamento. Nel procedimento Anas si è costituita parte civile.
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