Coronavirus, sullo Stretto rimangono 4 corse al giorno Musumeci insiste: «Escalation a breve, serve l’esercito»

Sullo Stretto di Messina restano quattro corse giornaliere andata e ritorno, tra le 6 e le 21. Dopo le nove di sera non si traghetta più. Tutto il traffico merci è spostato nel porto di Tremesteri, all’ingresso Sud della città, come aveva chiesto il sindaco Cateno De Luca. L’ulteriore stretta voluta dalla Regione siciliana e firmata dalla ministra dei Trasporti Paola De Micheli è arrivata ieri sera con un nuovo decreto. Vietato il traghettamento per gli autobus e per mezzi con più di nove posti, possono passare solo macchine e motocicli. Il passaggio da Messina a Villa San Giovanni è consentito esclusivamente agli appartenenti alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, agli operatori sanitari pubblici e privati, ai lavoratori pendolari o per comprovate esigenze di lavoro, gravi motivi di salute e situazioni di necessità. In serata la precisazione di Musumeci: «Quattro corse al giorno (andata e ritorno) da Villa San Giovanni e altrettante da Reggio Calabria per Messina, negli orari più indicati per favorire gli spostamenti dei lavoratori pendolari».

Ma il presidente Nello Musumeci insiste chiedendo, tramite una lettera inviata al ministero dell’Interno, più forze dell’ordine e l’uso dell’esercito: «La Sicilia – scrive – è una Regione dove il tasso di crescita dei soggetti positivi al contagio, in questo momento, si rivela superiore a quello della media nazionale. Si valuti la necessità di impartire disposizioni affinché sia potenziato il numero delle pattuglie delle forze dell’ordine» e se ritenuto necessario «anche i militari dell’Esercito impegnati in Sicilia nell’operazione Strade sicure». I militari, secondo Musumeci, andrebbero impiegati nelle grandi città e agli approdi dello Stretto. 

«Stiamo preparandoci al peggio perché l’escalation di questa epidemia può arrivare alla fine del mese o ai primi del mese di aprile», ha detto stamattina Musumeci ospite di Mattino 5. L’obiettivo, come detto più volta, è arrivare complessivamente a 650 posti di terapia intensiva.

Il decreto firmato ieri dalla ministra prevede anche che «per quanto riguarda il traffico aereo con velivoli privati o noleggiati, sono autorizzati esclusivamente i voli motivati da fondate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Sono inoltre consentiti i voli finalizzati al rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Per i voli diretti nella Regione Sicilia e nella Regione Sardegna deve essere comunque acquisita anche la preventiva autorizzazione del Presidente della Regione». 

Infine, l’obbligo di isolamento fiduciario di 14 giorni previsto per chi entra in Italia non si applica al personale sanitario, ai lavoratori transfrontalieri per comprovati motivi di lavoro e per il conseguente rientro nella propria residenza o abitazione. «A tal proposito – speciifica il ministero dei Trasporti – a breve verrà pubblicata una Faq da parte della presidenza del Consiglio, in cui si chiarisce che l’autoisolamento di 14 giorni non si applica ai familiari di coloro che rientrano se i primi sono già presenti in Italia».

Redazione

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