Coronavirus, Palermo dopo la prima settimana di stop Tra code e balconi, «Non ricordavo di avere dei vicini»

«Si fa amicizia da balcone a balcone. Non ricordavo neanche di avere dei vicini». La Palermo che sta in quarantena ama i flash mob, sempre più frequentati quelli delle 18, con chi si affaccia e semplicemente applaude, gli artisti che allietano il proprio isolato o chi anche solo accende la radio o il telefono e diffonde musica. «Qua lo show è durato 40 minuti! – spiega un cittadino – I dirimpettai si sono salutati con un semplice “Ciao, a domani…”». E in effetti c’è qualcosa di magico nella socialità che si è creata di balcone in balcone, tra gente che condivide la propria ora d’aria, o la pausa sigaretta durante la quarantena. C’è spirito di collaborazione, voglia di identità nazionale che traspare anche quando da una delle rare auto che passano con i finestrini aperti si sente, al posto della solita musica assordante, la vecchia telecronaca di una partita della nazionale di calcio. Scampoli di una città iperattiva che tenta con tutte le sue forze di stare ferma

Tutte o quasi, in realtà. Perché ancora non tutti sembrano avere capito il valore della fila a un metro di distanza fuori dai supermercati, ma soprattutto la spesa in sicurezza all’interno dei negozi. E spesso sono proprio i dipendenti a sfrecciare con aria annoiata tra le persone in contemplazione degli scaffali, senza troppa premura dell’eccessiva vicinanza. Vicinanza che potrebbe non essere percepita, erroneamente, come un problema da chi indossa la mascherina, come spiegano gli esperti: «La mascherina serve più a proteggere gli altri da noi che noi dagli altri, ma soprattutto può fare credere a chi la indossa di essere immune, o comunque protetto da ogni forma di contagio: non è così. Anche chi indossa la mascherina deve attenersi alle regole». 

Tolto ciò, stare a casa non sembra poi così male. Tutt’altro. Non ci sono più scuse per non fare attività fisica, nonostante la chiusura fino al 22 marzo di ville e giardini comunali a eccezione di Favorita e Foro Italico. Gran parte dei trainer, degli istruttori e delle palestre della città stanno mettendo a disposizione video tutorial sugli esercizi che si possono fare comodamente anche nel salotto di casa e senza attrezzature. Si trovano in rete lezioni di yoga, di pilates, di funzionale e c’è persino chi ha messo su un vero e proprio palinsesto, con le videolezioni dei trainer calendarizzate per giorno e orario. Tutti in forma dunque dopo la pandemia? No, siamo pur sempre a Palermo, basti pensare che tra gli scaffali dei supermercati, dove i primi a scomparire a causa della psicosi sono stati alcool e amuchina, adesso le merci introvabili sono farine e lieviti. Non per niente, secondo i dati forniti da Google trends, in Italia, una delle frasi cercate con maggiore frequenza sul più popolare motore di ricerca del web in questo periodo è stata “ricetta della pizza“. Sempre però con un pensiero all’evolversi della situazione legata al Coronavirus, con gli occhi puntati sui telefoni in attesa del prossimo aggiornamento con nuovi casi, guariti, ricoverati e deceduti, sperando di non rientrare mai all’interno della statistica.

Ma se la mattina le strade sono comunque un po’ animate, tra chi esce per fare la spesa, chi porta a spasso per l’ennesima volta della giornata il cane e chi trasgredisce per il tempo di una sigaretta, l’immagine più triste di questa Palermo al tempo della quarantena è quella che si ha dopo il tramonto, la sera. Le vie deserte, vuote, senza auto né pedoni. Ogni tanto si intravede il lampeggiante di qualche pattuglia delle forze dell’ordine, ma si può comunque attraversare via Notarbartolo per intero in pochi minuti, semafori permettendo, o imboccare via Crispi senza rimanere intrappolati in nessun ingorgo. E l’impercorribile via Volturno del sabato sera questo sabato era una strada vuota, come tutte le altre. E mentre si moltiplicano gli atti di solidarietà, tra chi regala mascherine e chi propone collette virtuali per gli ospedali, si contano i giorni, che sono già sette e chissà quanti saranno. E chissà come ci sveglieremo dopo tutto questo tempo a casa, senza parcheggiatori abusivi, senza traffico, senza i soliti stress quotidiani e saremo costretti a tornare alla cara vecchia Palermo.

Gabriele Ruggieri

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