Coronavirus, in Sicilia due aree per eventuale quarantena Massima attenzione ma nessuno stop a gite e grandi eventi

Una riunione fiume sul tema coronavirus in queste ore sta andando in scena al palazzo della Regione di Catania. Nessun contagio sull’isola, poco meno di dieci casi sospetti che, nel giro di 12 ore, sono risultati tutti negativi. L’ultimo ieri a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani. Ma alla luce di quanto sta succedendo in Lombardia e Veneto, anche la Sicilia alza il livello di allerta. «Come già richiesto da Lombardia, Emilia e Veneto, anche noi chiederemo che il presidente Musumeci venga nominato soggetto attuatore dell’ordinanza di protezione civile», è la prima cosa che l’assessore alla Salute Ruggero Razza annuncia ai giornalisti convocati. È l’unico incaricato di parlare, mentre in una sala vicina continua la riunione dell’unità di crisi, allargata per la prima volta anche alle unità di Rianimazione «per essere pronti a eventuali criticità». 

Diversi i punti all’ordine del giorno. Per prima cosa Razza annuncia che si sta lavorando per scegliere due aree per la quarantena, nel caso ce ne fosse bisogno. «Faremo le nostre proposte alla protezione civile nazionale e insieme verrà presa questa decisione. Sicuramente – continua l’assessore – un’area sarà in Sicilia orientale e una in Sicilia occidentale». È altamente probabile che la scelta possa cadere su due ospedali militari.

Al momento, secondo protocollo nazionale, negli aeroporti vengono effettuati controlli su tutti i passeggeri dei voli internazionali. «Ad esempio ieri a Catania sono stati controllati 30 voli e circa 3.500 passeggeri. Stiamo valutando se ampliare la rete dei controlli coinvolgendo anche le associazioni di volontariato», puntualizza Razza. Stessa prassi nei porti dove possono sbarcare i migranti soccorsi nel Mediterraneo, e cioè Pozzallo, Messina e Lampedusa. L’eventuale estensione dei controlli anche sui voli interni, ad esempio quelli provenienti da Milano, è una decisione che eventualmente dovrà essere presa a livello nazionale e che al momento non è prevista.

Tema grandi eventi e gite scolastiche. Da più territori si è chiesto se fosse opportuno sospendere eventi di massa come il Carnevale. E il sindaco di Agrigento Lillo Firretto ha interrogato la locale Prefettura sull’imminente sagra del Mandorlo in fiore. «In Sicilia non c’è nessuna sospensione dei grandi eventi – spiega Razza – è bene rasserenare tutti, le misure straordinarie di questo tipo sono state prese rispetto ai territori dove si registrano contagi. Sul Mandorlo in fiore ha fatto bene il sindaco a chiedere all’organo di governo, c’è un confronto con l’Istituto superiore di sanità e ragioneremo col governo nazionale. Ma al momento eviterei di prendere a cascata decisioni simili. Soprattutto, non riteniamo che sia opportuno tenere condotte diverse da territorio a territorio». Stesso discorso sulle gite scolastiche. «Incontreremo l’ufficio scolastico regionale, ma al momento non c’è nessuna sospensione. In ogni caso ci atterremo alle indicazioni dal fronte nazionale».

La Regione siciliana ha chiesto e ottenuto per tempo il tampone per verificare l’eventuale presenza del virus. E può contare su 70 posti letto nella rete di malattie infettive su tutto il territorio regionale, compresi alcuni posti a pressione negativa, cioè uno dei più efficaci sistemi di biocontenimento. «In più – continua Razza – abbiamo dato mandato al dipartimento Attività sanitarie di determinare per i primi di marzo un momento di formazione per tutto il personale sanitario». 

Restano validi, per il resto, i suggerimenti forniti dal ministero della Salute (qui si può leggere e scaricare il decalogo). In presenza di sintomi influenzali sospetti (febbre, tosse, difficoltà respiratorie, dolori muscolari, stanchezza) e si è tornati da un viaggio in Cina da meno di 14 giorni, o si è stati a contatto con persone tornate dalla Cina da meno di 14 giorni, non bisogna andare personalmente al pronto soccorso, ma chiamare il medico di famiglia. In alternativa esistono due numeri da chiamare: il 1500 del ministero della Salute che risponde in più lingue, o il 112, numero unico d’emergenza attivo in tutta la Sicilia. 

Aggiornamento delle 20.00
C’è stato un incontro questo pomeriggio in prefettura, tra il prefetto Dario Caputo, il sindaco di Agrigento Lillo Firetto, i vertici delle forze dell’ordine, dell’ospedale e dell’Asp. «L’evoluzione sfavorevole che sta avendo la situazione sanitaria nel nostro Paese, con già due vittime in poche ore, impone un maggiore senso di responsabilità a tutela della salute pubblica anche ad Agrigento – ha detto Firetto – L’ospedale è già in allerta. È necessario individuare e cominciare ad attrezzare da subito le strutture in grado di reagire prontamente e adeguatamente a ogni eventuale esigenza di prevenzione e sicurezza a tutela della salute dei cittadini. Sono sospese (salvo contrordine) – ha aggiunto – tutte le grandi manifestazioni che attirano e aggregano gente come il Mandorlo in Fiore e tutte le iniziative del genere comprese nel programma delle celebrazioni dei 2600 Anni di Storia di Agrigento. È una decisione che ci costa moltissimo, dettata dal buonsenso e determinata dalla necessità di dovere fare fronte a qualcosa di imponderabile in questo momento».

Salvo Catalano

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