Coronavirus, i consigli della psicoterapeuta #6 Fase 3: ascoltare il malessere post-lockdown

Altro giro di boa, altra fase, altro decreto. Le disposizioni in vigore da ieri, valide fino al 14 luglio 2020. Nonostante sin dall’inizio del lockdown, e durante tutto l’atipico periodo che noi tutti abbiamo affrontato, aleggiasse e si respirasse nell’aria il timore per il contagio, ora si teme l’eco che il post Covid-19 avrà sulla nostra vita, sulla qualità della nostra vita. Tra gli effetti collaterali del Coronavirus, infatti, non sono da sottovalutare quelli psicologici. La tanto agognata fine del lockdown non ha, purtroppo e per niente, messo in stand by tutte le preoccupazioni e le ansie.

Il graduale ritorno alla normalità si sta dimostrando un passaggio emotivamente delicato e complicato per tanti individui e ho constatato, nell’attività clinica, varie difficoltà e molteplici forme di disagio psicologico.
Tra le principali complicanze psicologiche, nelle ultime settimane, mi sono stati riferiti frequenti casi di irritabilità, di insonnia e preoccupazioni generiche.

Le svariate richieste di aiuto possono indurre a riflettere sul riverbero che il ruolo della psicologia assume in una situazione dall’impatto così generalizzato e totalizzante.

Consigli
1. È importante ascoltare il malessere psicologico, laddove si presenti, nelle sue svariate forme (irritabilità, sbadataggine, apatia, nervosismo, estraneità), particolarmente quando assume una forma continuativa.
2. Tutti, nessuno escluso, possono attraversare situazioni difficili. Bisogna permettersi, ed autorizzarsi, di avere bisogno di aiuto, cercando di non celare il proprio disagio.
3. I problemi non si risolvono da soli, spesso occorre l’aiuto di un esperto per potersi guardare dentro: chiedere un supporto può essere la soluzione per superare le difficoltà peculiari della pandemia che, come un fulmine a ciel sereno, ci ha colpito.
4. Per dirla con le parole di Guccini (in Vedi Cara), può essere utile pensare, che «Certe crisi sono soltanto segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire». Va, pertanto, presa in seria considerazione la possibilità di farsi aiutare per poter esplorare dentro si sé con l’intento di dipanare la matassa.

Dott.ssa Antonietta Germanotta
Psicologa e psicoterapeuta familiare – Psicotraumatologa EMDR
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