«Non possiamo perdere tempo. Per questo mettiamo in campo tutte le misure per scongiurare un nuovo lockdown che non possiamo permetterci perché causerebbe una battuta d’arresto che potrebbe compromettere l’intero tessuto economico». Sono queste le parole con cui il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte ha presentato il nuovo decreto con le misure per contenere il contagio di questa nuova ondata del coronavirus. «La strategia – ha aggiunto – non è e non può essere la stessa della primavera».
Il potere dei sindaci. Misure non drastiche messe in campo per evitare di dovere ricorrere a una nuova chiusura totale. «I sindaci potranno disporre la chiusura di vie e di piazze dove si creano maggiori assembramenti», ha spiegato Conte cominciando a illustrare il nuovo provvedimento.
Novità nella ristorazione. La principale novità riguarda le attività di ristorazione (ristoranti, pub, bar, gelaterie, pasticcerie) saranno consentite dalle 5 del mattino fino a mezzanotte se il consumo avviene ai tavoli, «altrimenti – ha sottolineato il premier – la somministrazione è possibile solo fino alle 18». L’asporto di cibi e bevande è consentito fino a mezzanotte; mentre le consegne a domicilio restano possibili senza vincoli di orario. Nel nuovo Dpcm viene introdotta una nuova regola per i ristoranti: «Al massimo potranno sedersi sei persone per tavolo – ha illustrato Conte – e tutti i ristoratori dovranno affiggere un cartello con il numero massimo di persone ammesse nel locale». Le limitazioni degli orari non riguardano i servizi di ristorazioni negli ospedali, negli aeroporti e nelle stazioni di servizio delle autostrade.
Scuole e Università. «Le attività scolastiche in presenza sono un asse fondamentale», ha sottolineato Conte e per questo i bambini e ragazzi continueranno ad andare in classe anche se con qualche modifica: per le scuole superiori «sono da favorire modalità più flessibili delle attività didattiche». Per esempio, è previsto che i ragazzi entrino in classe a partire dalle 9 e «se possibile, che si facciano anche turni pomeridiani». Anche le Università è previsto che attuino un piano di organizzazione che tenga conto della situazione di pandemia in corso.
Lavoro. «Siamo consapevoli dei sacrifici economici a cui sono esposti gli imprenditori che subiranno degli effetti negativi – ha detto il presidente del Consiglio – ma c’è l’impegno del Governo a ristorarli». In questo settore, il premier Conte ha sottolineato l’importanza di implementare lo smart working e ha illustrato la principale novità: tutte le riunioni della pubblica amministrazione si terranno con le modalità a distanza.
Sport. «Su palestre e piscine c’è stato un intenso dialogo, anche con il comitato tecnico-scientifico». Lo ha detto schiettamente Conte prima di comunicare che, al momento, restano aperte. «Abbiamo notizie varie e contrastanti: alcuni rispetto le misure e i protocolli, altri no». È per questo che la decisione finale, rispetto a queste attività, è stata quella di concedere una sorta di settimana di prova. «Daremo una settimana di tempo per adeguarsi e poi verificheremo il rispetto delle misure anti-contagio. Se tutto verrà rispettato – ha proseguito Conte – non ci sarà ragione di chiudere. Altrimenti la settimana prossima saremo costretti a sospendere le attività».
Il senso di questo nuovo decreto tanto atteso sembra essere quello di provare a fare stare in equilibrio i due piatti della bilancia. «Questa strategia muove da un’analisi dettagliata della situazione in atto – ha specificato Conte – Dobbiamo impegnarci per tutelare la salute ma anche l’economia. E queste sono misure nel segno dell’adeguatezza e della proporzionalità». Prima di concludere il suo intervento, il premier ha ricordato l’importanza fondamentale delle precauzioni di base: mascherina, distanziamento e igiene delle mani. «Bisogna fare attenzione soprattutto nelle situazioni in cui tendiamo ad abbassare la guardia: quando incontriamo parenti e amici. Dobbiamo impegnarci – ha concluso – perché la situazione è critica. Il governo c’è ma ognuno deve fare la propria parte».
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