Coronavirus, altro caso positivo in un call center «Ritardo delle aziende mette a rischio delle vite»

Allarme ancora nel settore dei call center. Questa volta il caso di positività al Covid-19 è stato riscontrato al Comdata di via Ugo la Malfa. È un dipendente che si trovava in malattia dall’11 marzo scorso, malattia che si è scoperta stamattina essere infezione da coronavirus. Positiva anche la moglie dell’uomo. Solo dopo questo caso l’azienda ha deciso di comunicare ai suoi dipendenti di rimanere a casa. In Comdata lavorano 150 persone con contratto a tempo indeterminato, di cui 72 di WindTre in distacco, più diversi interinali. 

I dipendenti, rimasti a casa, attendono di conoscere informazioni ufficiali sui controlli che saranno predisposti per la tutela di tutti i lavoratori e sulle misure che saranno predisposte per il proseguimento dell’attività. Forte preoccupazione serpeggia tra i lavoratori, da oggi a casa. «Il decreto parla in prima battuta di lavoro agile e l’azienda avrebbe potuto già adottarlo, probabilmente ci stiamo muovendo in ritardo – dice all’agenzia di stampa Agi un’operatrice del call center Marilena Sansone, del direttivo Slc Cgil Palermo – dall’11 il collega non era più in azienda. L’ultimo giorno aveva una lieve influenza. In questo momento sappiamo solo che marito e moglie sono passati da un triage per l’eventuale ricovero. Alcune prescrizioni relative alla messa in sicurezza, come la distanza tra le postazioni sono state adottate. Abbiamo anche pranzato ognuno ai propri posti, evitato di prendere gli ascensori. Ma in questo momento nessuno di noi si sente sicuro e siamo tutti in pensiero per le nostre famiglie».

«Chiediamo che luoghi come i call center, dove il lavoro si può svolgere a casa, adottino lo smart working. Il ritardo da parte delle aziende rischia di mettere a repentaglio la vita dei lavoratori e questo non lo possiamo permettere – dice il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo – le aziende intervengano al più presto con una risposta chiara che consenta di mettere in sicurezza tutti i lavoratori, anche gli interinali, nessuno escluso. La richiesta dello smart working è stata avanzata dai rappresentanti dei lavoratori un mese fa. Le aziende definiscano al più presto le operazioni di fattibilità per consentire a tutti i lavoratori di Comdata e a quelli di Windtre distaccati in Comdata di essere nelle condizioni di poter lavorare da remoto per garantire l’essenziale, l’assistenza ai clienti che segnalano guasti. Il profitto passi in questo momento in secondo piano rispetto all’esigenza della sicurezza dei lavoratori».

Gabriele Ruggieri

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