«Non è facile essere qui. Non mi sento di aggiungere nulla alle parole d’amore raccolte per Giuseppe. Nel ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato, vorrei avere per tutti una carezza: per le forze dell’ordine, per volontari, per l’unità di crisi e per tutti coloro che si sono stretti a noi in questa ricerca». Le parole di Floriana Di Marco colpiscono al cuore. La moglie di Giuseppe Liotta – il pediatra palermitano morto nel Corleonese a causa dal nubifragio subito scorso – sceglie con cura i termini adatti. Per far ciò si affida a una lettera, scritta di proprio pugno, che legge in in chiesa gremita.
Quella dove si sono appena svolti i funerali dell’uomo che per cinque giorni ha visto una mobilitazione importante da parte della popolazione. «Il messaggio positivo è che non siamo mai stati soli. Questo abbraccio non lo dimenticherò mai. Ho visto in questi giorni – ha detto – quanti uomini fantastici ci sono stati vicini, e mio marito era uno di loro. Giuseppe non è un eroe che ha messo a repentaglio la vita per i suoi piccoli pazienti, perchè i primi piccoli pazienti erano a casa. Se di eroismo dovremmo parlare, dovremmo celebrare tutti i lavoratori che quella notte erano al lavoro».
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