Corleone, al museo civico ascensore guasto da giorni Disabile resta fuori. «Negato il diritto di cittadinanza»

«La mia battaglia è la battaglia di tutti». E punta dritto al riconoscimento di diritti che non sempre, a quanto pare, vengono garantiti. Non a Corleone, almeno, a giudicare dall’ennesima denuncia partita da Luciano Labruzzo, da alcuni anni costretto su una sedia a rotelle. A bordo della quale si avventura per il paese. Imbattendosi spesso, però, in ostacoli e impedimenti che gli precludono addirittura l’accesso in alcuni posti. Il mese scorso era stata la volta del cimitero comunale, i cui ingressi – sia quello principale che quelli secondari – sono preceduti a terra da grosse caditoie dalle maglie larghe, in cui le sottili ruote della carrozzina di Luciano hanno rischiato di incastrarsi facendolo precipitare a terra. L’unica soluzione è stata quella di rinunciare a salutare i propri cari defunti e fare dietrofront verso casa. È quello che è successo, di nuovo, anche in occasione di una sua recente visita al museo civico Pippo Rizzo, in via Roma.

«Mi hanno spalancato le porte, peccato però che l’ascensore è fermo da sempre, almeno da vent’anni. A me, a noi oltre al cimitero è precluso anche il museo – denuncia -. Allora è vero che i diversamente abili non hanno diritto di cittadinanza». Tanta l’amarezza che ha riaccompagnato Luciano fino a casa. E che lo ha portato ad imbracciare l’unica arma possibile per denunciare l’accaduto e condividerlo col mondo: i social. Dove ha subito raccolto, ancora una volta, un’ondata di solidarietà e sostegno. «La mia battaglia è solo all’inizio», promette intanto lui. Intenzionato a mettere alle strette l’amministrazione comunale, che solo un mese fa spiegava di essere già a lavoro «perché a Corleone ci sia agibilità per tutti, quindi affinché i cosiddetti diversamente abili abbiano tutte le opportunità che hanno gli altri – aveva assicurato il sindaco Nicolosi -. Conosco il problema, sto cercando di trovare la maniera per affrontarla in modo risolutivo, il Comune deve provvedere a che tutti, qui, siano in condizioni di assoluta parità».

Intanto, a farsi carico della delusione di Luciano sono stati gli addetti del museo, che lo hanno visto costretto ad andare via. «Si sono rannicchiati nelle spalle, mortificati – racconta lui oggi -.  Quell’ascensore non è mai entrato in funzione. È da più di vent’anni che non funziona, anzi, non ha mai funzionato. Forse non è nemmeno collaudato. Anche parecchi turisti sono andati via senza poter visitare il museo quest’estate. Che dice l’amministrazione? – si domanda Luciano -. Temo però che il museo sia l’ultimo dei loro pensieri, dal momento che l’ascensore manca pure nel palazzo del Comune, anche lì da sempre ed è quindi per me inaccessibile». Il sindaco, però, già un mese fa aveva spiegato che «il problema me lo sto ponendo per tanti altri luoghi del Comune di Corleone», dichiarando di essere impegnato, insieme all’assessorato alla Famiglia, in «un’operazione che sia riferita a tutti gli uffici comunali. Bisognerà certo avere un po’ di soldi a disposizione – aveva aggiunto -, cosa di cui mi sto già occupando».

Il museo, dal canto suo, ammette il guasto. Ma rassicura subito: «Stiamo provvedendo in questi giorni a sistemare tutto, devono venire dei tecnici». Negano però che l’ascensore sia sempre stato fuori uso e che il problema si trascini da tempo, come denunciato invece da Luciano. «No no, assolutamente, non è così», ci tengono a dire. Significa quindi che si è trattato forse di una casualità e che Luciano sia stato particolarmente sfortunato a decidere di andare in visita al museo proprio in un giorno in cui l’ascensore si è guastato? Potrebbe essere. Intanto, però, denunce e pressioni hanno permesso non solo di riportare sotto ai riflettori una tematica da tempo ignorata, a Corleone come altrove. Ma di giungere finalmente a qualcosa di concreto. «Finalmente la promessa ufficiale dell’assessore Salvatore Schillaci sul Peba (il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche nel paese) a Corleone, dopo 33 anni dall’approvazione della legge da parte del Parlamento Italiano. Il Comune è stato fuorilegge per tantissimi anni e la politica è rimasta a guardare senza muovere un dito – continua Luciano -. Questa vittoria è da ascriversi alla lotta di tutti i cittadini che mi hanno, anzi, che ci hanno sostenuto».

Silvia Buffa

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