Gli agenti del Commissariato Librino, nell’ambito dell’attività di controllo del territorio, hanno rilevato numerose situazioni di illeceità, contestando ben 49 reati a 47 soggetti di essi ritenuti responsabili: 20 persone sono state deferite all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche; 16 per reati in materia di invasione di terreni o edifici pubblici, tra essi una persona è stata indagata anche per gestione illecita di rifiuti speciali e una anche per frode nell’esercizio del commercio; 3 per omessa comunicazione all’Autorità di P.S. del cambio luogo di detenzione armi, uno di essi, inoltre, è stato anche indagato per detenzione abusiva di armi e munizioni; 3 per l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse nonché per la mancata esposizione della tabella giochi proibiti; 3 per violazione colposa di doveri inerenti la custodia di cose sottoposte a sequestro; 1 per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro; 1 per tentato furto in concorso.
I quartieri interessati sono quelli di Librino, Villaggio Sant’Agata, Vaccarizzo, Zia Lisa, San Giorgio, Villaggio Primo Sole. Nel corso delle operazioni di polizia sono state accertate molteplici attività commerciali totalmente abusive, molte delle quali erano state allestite, già da anni, all’interno d’immobili di proprietà o del Comune di Catania, o dell’Istituto Autonomo Case Popolari. Si tratta, principalmente, di parrucchieri, minimarket, ristoranti/bar, negozi di vendita di casalinghi e di antiquariato, officine meccaniche e altro ancora. Sono stati controllati 24 esercizi commerciali e, tra questi, 17 sono risultati totalmente abusivi.
Ma persino chi aveva le “carte in regola” si è reso responsabile di fatti illeciti: il reato più comunemente contestato e comunicato all’Autorità Giudiziaria è stato l’invasione di terreni e di vie pubbliche, che ha portato all’occupazione illegale una superficie pubblica pari a complessivi 1670 mq,. Inoltre, è stata accertata l’abusiva posizione di custodi/portieri di stabili (in un caso, una persona era stata assunta “in nero” da 20 anni), che percepiscono indebitamente il reddito di cittadinanza e il sussidio della carta rei.
È emersa anche la circostanza di una persona che, oltre gli assegni legati alla separazione, percepisce in nero lo stipendio da banconista di un bar e che era anche in possesso di carta rei. In diversi altri casi, sono stati indagati interi nuclei familiari, sempre per truffa aggravata per il conseguimento delle erogazioni pubbliche: al fine di fare percepire un sussidio economico a uno dei parenti, per poi fruirne tutti, hanno falsamente attestato di essere disoccupati, iscrivendosi persino nelle liste di disoccupazione presso l’Ufficio di Collocamento.
(Fonte: Ufficio stampa questura di Catania)
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