Contro il Movimento 5 Stelle attacchi e ingerenze intollerabili

L’insediamento dei nuovi eletti alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica si sta trasformando in un’operetta. Al centro del dibattito c’è un nuovo soggetto politico – il Movimento 5 Stelle – che viene strattonato di qua e di là.

‘Qualcuno’ ha deciso che i grillini ‘dovranno’ partecipare alle elezioni dei presidenti di Camera e Senato. Questo stesso ‘Qualcuno’ ha deciso che i grillini dovranno appoggiare il Governo del Pd capeggiato da Bersani. E se si rifiutano di fare tutto questo non ssarebbero ‘democratici’.

Insomma: in Italia non può esistere una forza politica al di fuori dei Partiti politici tradizionali. Tutto, anche il voto delle persone che non ne vogliono più sapere di finanziamento pubblico dei Partiti (“Rimborsi”, come li chiamano i politici ladri, visto che il finanziamento pubblico ai Partiti è stato abolito con un referendum), di politica & affari, di banche finanziate con i soldi scippati agl’italiani con l’Imu e via continuando, tutto, dicevamo deve rientrare nella ‘normalità’ dei vecchi Partiti.

Il Movimento 5 Stelle ha un leader – Beppe Grillo – che ha detto a chiare lettere che questa formazione politica non appoggerà un Governo dei Partiti tradizionali. Ha anche spiegato che il metodo adottato in Sicilia va benissimo: il Governo porta in Aula i provvedimenti, che vengono esaminati ed eventualmente votati ad uno ad uno.

Se tali provvedimenti – questo sta avvenendo in Sicilia – perseguono l’interesse pubblico, il Movimento 5 Stelle li sostiene e li vota. Se colpiscono l’interesse pubblico i grillini li ‘bocciano’.

Si tratta, a ben vedere, di un modo democratico di intendere la politica. Ma al Pd e al ‘Qualcuno’ non basta. Vogliono che il Movimento 5 Stelle entri nel Governo dello stesso Pd. Per questo sono pronti pure a dare ai grillini la presidenza della Camera o del Senato.

L’ingerenza di questi giorni, da parte del Pd e di altri soggetti nella vita di un nuovo Partito è – questa sì – è vergognosamente intollerabile. Da giorni su vari giornali, in barba a quanto affermato dal leader riconosciuto del movimento 5 Stelle, cioè da Grillo, si dice che ci sarebbero parlamentari grillini pronti a celebrare un referendum on line per decidere se appoggiare o meno un Governo del Pd.

La cosa incredibile è che chi scrive queste cose non si rende conto che l’eventuale appoggio del Movimento 5 Stelle a un Governo del Pd si configurerebbe come il suicidio politico e quindi anche elettorale della formazione politica di Beppe Grillo. E l’obiettivo che vogliono raggiungere è proprio questo: distruggere il neo nato Movimento 5 Stelle.

Perché tanto accanimento contro il Movimento 5 Stelle? Perché, da quando si sono aperte le urne, non hanno fatto altro che cercare il pelo nell’uovo, pur di colpire questo nuovo soggetto politico? Che senso ha sbandierare ai quattro venti la storia dell’autista e della cognata di Grillo che hanno società in Costarica, come se essere titolari di società estere possa essere considerato chissà che cosa?

La spiegazione in parte l’abbiamo già fornita: l’obiettivo della vecchia partitocrazia italiana, ormai alla frutta, è quello di distruggere il Movimento 5 Stelle. Ed è interessante notare che stanno provando a dividerlo e a distruggerlo ancor prima che i nuovi parlamentari grillini abbiamo messo piede in Parlamento. Perché?

Qui arriva la seconda spiegazione. Quella più ‘pesante’. La vera spiegazione. L’esempio parte dalla Sicilia. Dove i 15 parlamentari dell’Ars – primo caso nella storia dell’Autonomia siciliana – hanno deciso di svolgere l’attività parlamentare con 2 mila e 500 euro al mese più i rimborsi.

In queste ore, a Roma, la vecchia politica vive con terrore l’idea che i nuovi parlamentari grillini di Camera e Senato, una volta preso posto nei rispettivi scranni parlamentari, facciano la stessa cosa. Ovvero dicano: noi non vogliamo 20 mila euro al mese; noi ci accontentiamo di 2 mila e 500 euro al mese più i rimborsi.

Se ciò avverrà – e ci dispiace per i Partiti politici tradizionali, ma ciò ‘rischia’ di verificarsi – i Partiti tradizionali faranno una pessima figura davanti a tutti gl’italiani.

Riflettiamo un attimo: i parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle rifiuterebbero di prendersi 20 mila euro al mese cadauno -dimostrando che si può fare politica da persone normali – mentre Pd e Pdl sono già con le fauci spalancate per ‘inghiottire’ i ‘Rimborsi’ elettorali: 45 milioni di euro al Pd e 38 milioni di euro il Pdl (i grillini, ovviamente, hanno fatto già sapere che rinunceranno al ‘Rimborso’ di 42 milioni di euro).

Come i nostri lettori avranno intuito, già il solo mettere piede in Parlamento, da parte dei deputati e senatori grillini, avrà un effetto devastante sulla vecchia politica italiana. Questo spiega la ‘fretta’ con la quale, in tutti i modi – anche con i mezzi più scorretti, come la sistematica ingerenza nella vita di un Movimento politico, peraltro appena nato – hanno cercato, finora senza riuscirci, di sputtanare il Movimento 5 Stelle associandolo a un Partito, il Pd, che esemplifica e sintetizza il peggio della politica italiana.

Ma la paura, sia chiaro, non riguarda solo i 20 mila euro al mese di ogni parlamentare tradizionale e il finanziamento pubblico. E’ tutta la politica – la vecchia politica italiana – che rischia di essere travolta. Tutto quello che dalla Prima alla Seconda Repubblica non è cambiato rischia il dissolvimento. Tutte le rendite di posizione. Tutti i privilegi (si pensi alle assicurazioni sulle autovetture). Le autostrade. Le ferrovie. La Rai. L’informazione. Equitalia. Le banche. La Borsa. Il Fiscal Compact e il rapporto con l’Unione Europea. E via continuando.

Per la prima volta, in Italia, tutta l’organizzazione di un Paese, da sempre strutturata attorno a un’oligarchia – la ‘casta’ – rischia di essere ‘ridisegnata’ sotto il segno dell’interesse generale.

Storicamente, un momento simile, l’Italia lo ha vissuto negli anni ’60 del secolo passato, quando i socialisti provarono a cambiare l’Italia, una volta entrati in quella che Pietro Nenni chiamava la “stanza dei bottoni”. La risposta dei poteri dell’epoca fu rabbiosa e criminale, se è vero che si scatenò la ‘Strategia della tensione’.

Oggi lo scenario è mutato. Anche perché l’attuale ‘casta’ ha ceduto ‘pezzi’ importanti della sovranità del nostro Stato a un’Unione Europea traballante (a cominciare dalla sovranità monetaria). Tenendo per sé gli ultimi privilegi.

Sarà interessante, in ogni caso, vedere come andrà a finire. Grillo e i suoi dovranno resistere ancora un po’.

Detto questo, la Sicilia, o meglio, chi ha a cuore il rilancio dell’Autonomia siciliana deve seguire con attenzione e sostenere il Movimento 5 Stelle. Perché è dallo smantellamento della vecchia politica e del vecchio Stato – con riferimento alle vecchie burocrazia ministeriali – che passa il rilancio dell’Autonomia.

Solo scardinando il vecchio ordinamento si potranno applicare integralmente gli articoli 36 e 37 dello Statuto. Solo con lo scompaginamento – in parte giù avvenuto – della vecchia partitocrazia la Sicilia potrà ricontrattare la propria Autonomia. Per questo è molto importante l’ase tra il presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta, e i grillini. La rinascita della Sicilia, oggi più di ieri, passa dalla fine dei Partiti politici tradizionali.      

 

Redazione

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