«Mentre l’Istituto incremento ippico licenzia otto dipendenti, il presidente della Regione insieme alla presidente del consiglio d’amministrazione Caterina Maria Teresa Grimaldi di Nixima si sono prodotti in investimenti plurimilionari sulla tenuta di Ambelia». La polemica tra sindacati e governo Musumeci sulla messa in mobilità di otto dipendenti dell’ente regionale che ha sede a Catania va avanti. Con una lunga nota Cgil e Sadirs, il sindacato dei dipendenti della Regione Siciliana, puntano direttamente al governatore, sottolineando come la contrazione dell’organico a disposzione dell’ente regionale si sia accompagnata alla decisione di indirizzare importanti risorse economiche nel sito di Militello in Val di Catania, il paese che ha dato i natali a Musumeci. Nel mirino sono finiti gli annunci di rilancio della tenuta. «Come signor Presidente? – chiedono nella missiva i sindacati – Sicuramente non ricorrendo alla formula del pubblico che ci mette i soldi e dei privati che ne traggono profitto?»
Per le due sigle, però, il provvedimento che ha sollevato dall’incarico gli otto lavoratori, assicurando una retribuzione dell’80 per cento per due anni, o in alternativa il trasferimento in altri uffici, sarebbe stato applicato in maniera non conforme a quanto previsto dalla legge regionale 17 del 2019. Quella con cui si è decisa la razionalizzazione dell’organico. «L’Istituto ha agito senza rispettare alcuna delle procedure previste – continua la nota – Non è stata, infatti, fornita alcuna informativa e comunicazione preventiva alle organizzazioni sindacali e non è stato posto in essere alcun tentativo concreto di mettere in atto forme di mobilità verso altri enti. Infine si è proceduto nella scelta dei soggetti da porre in mobilità, attraverso l’adozione di criteri discrezionali, non trasparenti e attuando un illegittimo demansionamento del personale rimasto in carico».
I sindacati, ribadendo che il provvedimento sarà oggetto di ricorso, sottolinea poi che tra i dipendenti destinatari della misura ci sono soggetti con gravi patologie. «Subiscono un provvedimento che oltre a colpirli nella loro materialità, impatta terribilmente con una difficile situazione psicologica», affermano i firmatari della nota. Ricordando in conclusione come finora tutte le promesse giunte dalla politica sono state disattese: il 13 luglio era stato l’assessore all’Agricoltura Toni Scilla a impegnarsi per evitare la messa in disponibilità dei lavoratori e in precedenza il presidente della prima commissione Stefano Pellegrino aveva promesso di voler approfondire la questione. «Si ha come l’impressione che qualcosa o qualcuno a noi non noto, o forse fin troppo svelato, agisca per fermare qualsiasi tentativo di soluzione della questione», conclude la nota
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