C’E’ UN DISEGNO DI LEGGE DI D’ASERO (NUOVO CENTRODESTRA) CHE SEMBREREBBE VOLERLE RIPRISTINARE. IL TUTTO MENTRE IL GOVERNO VORREBBE ISTITUIRE TRE IMPROBABILI AREE METROPOLITANE CONTRO LA VOLONTA’ DEI COMUNI…
“Voglio subito evidenziare quanto sia stato sbagliato il pensare di abolire le Province tout court senza prima dotarsi di una legislazione atta a organizzare una fattiva e virtuosa gestione del territorio”.
Così parla Nino D’Asero, capogruppo del Pdl-Nuovo centrodestra all’Ars. Che specifica come nel proprio disegno di legge “presentato all’uopo parla della “necessità di esser comunque dotati di un ente intermedio che amministri il territorio e al quale bisogna addirittura aumentare le competenze, pur operando i giusti e attesi tagli al costo della politica”.
In realtà, a prevedere “l’ente intermedio” tra Regione e Comuni è lo Statuto siciliano all’articolo 15. Insomma, l’onorevole D’Asero non ci fa un regalo… “Scendendo nei dettagli – leggiamo nel comunicato – il testo di D’Asero (che ora fa in ogni caso parte di quello unificato dalla Commissione) prevede un abbattimento forte dei costi a partire dalla riduzione del 20% delle indennità del presidente della Provincia, ma anche dei Sindaci. In base a calcoli percentuali, i compensi dei consiglieri si rapportano quindi a quelli dei Sindaci di riferimento con un procedimento specificato nell’articolo 2 del ddl depositato. Lo stesso numero di consiglieri sarebbe ridotto fortemente in base alla popolazione amministrata: fino a un massimo di sette”.
“Per quanto riguarda le competenze – prosegue il comunicato – D’Asero elenca e sottolinea in particolare quelle legate alla pianificazione territoriale: gli strumenti urbanistici comunali, per esempio, che passerebbero dalla Regione alle Province (supponiamo che l’onorevole D’Asero si riferisca al ruolo del Cru, sigla che sta per Consiglio regionale dell’urbanistica, peraltro da sempre contestato dai Comuni, che in materia urbanistica non possono essere messi sotto tutela, a meno che non violino la legge ndr); la programmazione della rete distributiva di vendita dalle medie strutture ai centri commerciali, autorizzazioni comprese; la promozione del turismo, dalla programmazione e la realizzazione di manifestazioni artistiche, culturali, sportive e dello spettacolo fino alla realizzazione di impianti”.
“Ma troviamo anche – leggiamo ancora – l’abolizione delle Asi (ma i consorzi Asi non sono già stati aboliti a inglobati nell’Irsap?) e dei consorzi di bonifica con contestuale trasferimento di competenze e di personale; stesso ragionamento per la gestione integrata dei rifiuti, nonché per il rilascio delle autorizzazioni e la realizzazione di impianti da energia rinnovabile di potenza superiore a un megawatt. Infine, all’articolo 19 troviamo disposizioni per i trasferimenti degli organismi sovracomunali, dalle Ipab alle Iacp”.
Nota a margine
La politica siciliana non finisce mai di stupire. Dopo una brutta legge sull’abolizione degli organi elettivi delle Province si discute, contemporaneamente, di tre improbabili città metropolitane – Palermo, Catania e Messina – e di ripristinare gli organi elettivi delle stesse Province (questo, se non abbiamo capito male, si evince dal disegno di legge dell’onorevole D’Asero).
A nostro avviso, la politica siciliana dovrebbe – almeno su materie delicate come Comuni e Province – prendersi una pausa di riflessione.
In un Paese serio non si aboliscono le Province per risparmiare, pur sapendo che, tra tutti, sono gli Enti che costano meno. Né si possono abolire 200 Comuni, come vorrebbero fare il Governo regionale e il Partito Democratico. Per non parlare del dibattito surreale su tre città metropolitane da istituire, alla fine, per evitare le dichiarazioni di dissesto finanziario dei Comuni di Palermo, Catania e Messina, sacrificando gli abitanti di oltre 50 Comuni medi e piccoli.
Tutto questo è pura follia.
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