Consulta migranti, presentato regolamento Esprimerà pareri sui temi dell’immigrazione

«Integrare qualcuno non significa soltanto ospitarlo, è un atto ben più ricco e significativo fatto di ascolto, dialogo, condivisione delle decisioni e delle responsabilità che vi derivano». La legge e lo statuto del Comune di Catania prevedono uno strumento istituzionale che aiuta il reale coinvolgimento delle comunità di stranieri non appartenenti all’Unione europea presenti in città. Si tratta della Consulta dei cittadini migranti, promossa dalla legge regionale 6 del 2011, ma ancora assente nel capoluogo. Oggi una rete di 29 associazioni, guidate da Cittàinsieme, ha presentato al Comune un regolamento che disciplina la sua istituzione e il suo operato.

«E’ un obbligo di legge e noi siamo in ritardo di tre anni», spiega Mirko Viola, rappresentante di Cittàinsieme. «Un simile organismo consultivo – sottolineano i promotori nella lettera consegnata a Palazzo degli elefanti – dotato della legittimità che le proverrebbe dall’istituzione comunale, potrebbe favorire il senso di appartenenza degli stranieri a Catania e, nello stesso tempo, profondere in loro la consapevolezza di non essere soli, lasciati a se stessi e ai loro problemi personali e di comunità». Sono 13mila all’anagrafe gli extracomunitari residenti a Catania, 1.800 le imprese con titolari stranieri. Una comunità destinata ad aumentare, visti i continui arrivi delle ultime ore in Sicilia. Tra chi scappa, come successo la scorsa settimana al Palaspedini dopo l’ultimo sbarco, e chi cerca di raggiungere Catania. Negli ultimi giorni molti migranti sono stati notati sulla strada che da Siracusa, Pozzallo e Lentini porta al capoluogo etneo. E la Caritas diocesana segnala un improvviso aumento dei pasti serviti all’Help center: l’11 e il 12 aprile sono stati oltre 700.

Sul modello di Siracusa, le 29 associazioni propongono di garantire la partecipazione alle associazioni registrate in un apposito elenco tenuto dall’ufficio Progetto Immigrazione Casa dei Popoli. Quest’ultima è anche la sede prescelta. Saranno poi i singoli gruppi, al loro interno, a scegliere il rappresentante da mandare alla Consulta. Il sindaco, la giunta e il consiglio comunale sarebbero quindi obbligati a chiedere il parere del nuovo organo sui temi direttamente o indirettamente legati all’immigrazione.

La Consulta rappresenta il primo passo verso un ulteriore traguardo di integrazione e rappresentanza: le elezioni per il consigliere comunale aggiunto. «Una figura altrettanto importante e prevista già da quindici anni nel nostro Statuto comunale, a cui l’articolo dieci consegna la missione di garantire il diritto di partecipazione attiva alla vita politica della città anche agli extracomunitari residenti nel territorio comunale». Verrebbe votato da tutti i migranti regolari provenienti dai Paesi non Ue e avrebbe potere di intervenire in Consiglio e nelle commissioni, senza però il diritto di votare. «Potrebbe essere eletto anche immediatamente, ma ci piacerebbe che fosse la Consulta a chiedere l’istituzione di questa figura», sottolinea Viola.

Il regolamento, che i promotori definiscono «chiavi in mano», è stato protocollato e a breve dovrebbe essere messo all’ordine del giorno dalla giunta comunale che già a novembre si era detta favorevole alla sua approvazione. Per poi concludere l’iter di approvazione in consiglio comunale.

[Leggi la Proposta integrale di Regolamento istitutivo della Consulta dei Migranti.]

[Foto di Paolo Balestra]

Salvo Catalano

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