«Ci sono troppe buche, e non solo per le strade». Al consigliere comunale di Forza Italia Santi Bosco le metafore sono sempre piaciute, soprattutto per descrivere la situazione politica del capoluogo etneo. La cui cartina al tornasole è rappresentata da un Consiglio comunale immobile e improduttivo, a ogni riunione meno sinergico con la giunta e il sindaco Enzo Bianco. A testimoniarlo è pure l’ultima riunione del senato cittadino dove si è presentato poco meno di un quarto del numero complessivo degli eletti, nonostante all’ordine del giorno ci fosse il Piano di intervento per il servizio di gestione integrata dei rifiuti dell’ambito di raccolta ottimale (Aro). Una delibera, ferma alla presentazione degli emendamenti da parte dei diversi gruppi consiliari, sulla quale l’aula ha deciso di prendersi ancora un po’ di tempo per studiare le carte. Ma sul cui voto non ci sarebbe più il sostegno dell’opposizione, stanca di presentarsi «per votare gli atti con senso di responsabilità quando invece la maggioranza è del tutto assente», comunica Bosco.
«Se all’inizio della sua sindacatura Bianco riusciva a ricucire e a rattoppare i vari strappi, oggi – conclude il consigliere di Forza Italia – questo non funziona più». A integrare il suo intervento è Sebastiano Anastasi di Grande Catania. «L’atteggiamento del nostro gruppo di opposizione è chiaro: considerata la disastrosa situazione finanziaria del Comune e la tragicomica crisi della maggioranza, abbiamo deciso di parlare al sindaco dei rischi della mancanza del numero legale», spiega Anastasi. Il consigliere si riferisce a un incontro chiarificatore tra Grande Catania e Bianco, avvenuto qualche giorno fa a Palazzo degli elefanti. Un appuntamento in cui l’opposizione «si è assunta la responsabilità di non contribuire al clima pesante che respira in Comune, facendo la sua parte sulla valutazione degli atti importanti che dovranno essere votati urgentemente per il bene della città», racconta Anastasi. A spezzare i reciproci impegni però, l’attacco del sindaco e dell’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando alla precedente amministrazione (di centrodestra, ndr), qualche ora dopo il dialogo con l’opposizione.
«Siamo rimasti basiti e spiazzati. Il primo cittadino ci richiede “grande senso di responsabilità per una pacificazione dell’aula” ma poi non ne favorisce le condizioni», conclude Anastasi. E proprio con questa frattura si spiegherebbe l’assenza della maggior parte dei consiglieri ieri a Palazzo degli elefanti. Secondo alcune fonti, l’amministrazione – conscia di non avere una forte maggioranza e di non poter contare sul supporto dell’opposizione per la votazione del Piano sui rifiuti – avrebbe chiesto ai politici che ha più vicino di non presentarsi. L’atto, infatti, per essere approvato nel corso della prima convocazione necessita di 23 voti mentre oggi – in seduta di prosecuzione – può andare avanti con 18 sì. A non dare ascolto al presunto ordine di scuderia in prima chiamata Giuseppe Musumeci, Ersilia Saverino, Lanfranco Zappalà, Massimo Tempio, Alessandro Porto, Elisabetta Vanin, Francesco Petrina, Sebastiano Arcidiacono, Anastasi, Giuseppe Castiglione e Bosco. Arrivano ormai a seduta sospesa Niccolò Notarbartolo, Agatino Lanzafame e l’assessore all’Ambiente Rosario D’Agata. Un’assenza, quest’ultima, che i più avevano letto come un sicuro rinvio dell’atto, al vaglio dell’aula – in replica – questo pomeriggio.
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