Il consiglio comunale di ieri sera si è svolto in clima di surreale tensione. Ad accogliere i consiglieri comunali, il pubblico e i giornalisti all’ingresso di Palazzo degli elefanti agenti sono carabinieri, della polizia di stato, della guardia di finanza, dei vigili urbani e anche alcuni funzionari della Digos. Che identificano tutti coloro i quali vorrebbero assistere al senato cittadino e li perquisiscono fin sotto i giubbotti e dentro le borse. Una misura di controllo eccessiva per una riunione cittadina che si è rivelata serena e pacata, almeno da parte del pubblico. E che si è conclusa con la tradizionale mancanza del numero legale dei consiglieri presenti in aula. «È davvero inquietante che ai nostri cittadini sia stato riservato un trattamento militare. I consigli comunali sono pubblici. Non vorrei pensare che l’amministrazione abbia qualcosa da temere», commenta il consigliere di opposizione Sebastiano Anastasi.
Eppure, la giunta – che interrogata da MeridioNews sul perché delle particolari misure di sicurezza si affida al «non so niente» dell’assessore alla Trasparenza Rosario D’Agata – qualcosa magari ieri sera magari la temeva. Forse la presenza – annunciata tramite social network – del Comitato dei cittadini attivi San Berillo. «Mi sembra chiaro che non avevamo preparato nessuna rivoluzione e nessun assalto al palazzo, volevamo soltanto far sentire la nostra presenza per spingere sull’attivazione di un tavolo tecnico tra la cittadinanza e il Comune con il solito obiettivo: decidere insieme il futuro del quartiere», spiega il portavoce del Comitato Roberto Ferlito.
«Non è stato bello leggere in Rete mobilitazioni di associazioni contro il consiglio comunale, il sottoscritto è stato sempre disponibile a dialogare con loro», replica l’assessore al Decoro urbano Salvo Di Salvo. Fornendo, forse inconsapevolmente, una motivazione allo spiegamento di forze dell’ordine attivato da Palazzo degli elefanti. «Il mio è sempre stato un approccio di partecipazione e condivisione», continua Di Salvo. «Bisognerebbe aprire un ulteriore confronto con gli attivisti, sedersi tutti intorno a un tavolo e poi fare in modo che le idee vengano trasformate in concrete azioni politiche», è la puntualizzazione del consigliere del Partito democratico Niccolò Notarbartolo.
Proprio l’esponente del Pd solleva un’altra questione «sulla quale è necessario intervenire, politicamente, con serietà». L’argomento è il Bilancio di previsione del 2015, un atto sul quale pendono la valutazione del commissario straordinario regionale Antonio Garofalo, un’ordinanza della Corte dei conti e un parere del collegio dei revisori dei Conti. Nodi da sciogliere in breve termine – entro 45 giorni – perché il rischio è «che la prefettura metta il consiglio comunale nelle condizioni di dovere dichiarare il dissesto finanziario dell’ente», sottolinea il vicepresidente vicario del senato cittadino Sebastiano Arcidiacono. Che ufficializza la richiesta di un consiglio straordinario sul tema affinché la giunta «chiarisca soprattutto come intende procedere per evitare il peggio». La risposta arriva tranquilla dall’assessore al ramo Giuseppe Girlando, che dichiara: «Entro martedì prossimo il documento contabile sarà reso all’aula consiliare per il voto».
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