Consiglio in strada, al Capo tra munnizza e movida «Bisogna puntare a ricostruire il senso di comunità»

«Le due ferite aperte di questa amministrazione i rifiuti e la pavimentazione stradale». L’ammissione arriva dall’assessore all’Urbanistica Emilio Arcuri, al quinto appuntamento del Consiglio di strada – l’iniziativa voluta dal presidente della I circoscrizione Massimo Castiglia che cerca di intercettare i bisogni e le criticità direttamente nei e dai quartieri, con assemblee pubbliche di confronto tra i cittadini e le istituzioni

Ieri pomeriggio è toccato al Capo, lo storico quartiere del centro a metà tra la Stazione e il Politeama. Nelle decine di interventi dei residenti a piazza Monte di Pietà – oltre il già citato Arcuri, erano presenti il vicesindaco Sergio Marino e l’assessore alla Cittadinanza Solidale Giuseppe Mattina – c’è stato spazio per sollevare molte criticità, e meno per l’auspicato «senso di comunità» invocato tanto da Castiglia quanto dagli esponenti della giunta Orlando. Tra i punti più frequentemente sollevati: la situazione del mercato, i rifiuti, l’assenza di parcheggi, la ztl e i disagi della movida.

«Le macchine devo poter posteggiare, la piazza vuota non ci piace» ha detto la signora Perla. Mentre un’altra donna ha mostrato le foto con i tanti sacchetti di immondizia sparpagliati in via Candelai. La signora Romano ha invece aggiunto che «questo quartiere è diventato un ghetto, vedo tante comitive di turisti circolare in queste zone che sono ricche di chiese e di tesori, ma loro non possono ammirare il nostro patrimonio più recente e già perduto, ovvero quello degli artigiani del ferro e del cuoio». Per il signor Salvatore Diliberto «il problema nostro sono i pub, che non ci fanno dormire: succede di tutto, indipendentemente dalla ztl, e anche quando chiamiamo le forze dell’ordine non si vede nessuno». Mentre il signor Tommaso Calamia sottolinea che «la crisi qui c’era prima della ztl, ma è vero che la navetta così com’è non va bene, la ztl insomma va bene se ci sono i servizi; noi dobbiamo fare tornare la cultura in questo quartiere, la cultura non la possono fare solo i pub». 

Dalla signora Claudia l’appello a togliere i numerosi materassi abbandonati che costellano soprattutto le traverse, ma d’altra parte «dovremmo avere lo spazzamento delle strade una volta a settimana, e poi qui le auto parcheggiano davanti i portoni di casa». Alla questione dei materassi ha risposto direttamente Castiglia: «Di sicuro non ce l’ha portato uno di viale Strasburgo ma qualcuno del quartiere; e allora bisogna ragionare in senso di comunità, puntando a ricostruire il senso di comunità. In questo quartiere avete pure l’accademia, approfittatene». 

E forse l’intervento più appassionato (e apprezzato) è venuto proprio da Mario Zito, il direttore dell’Accademia delle Belle Arti. «Noi siamo qui da 200 anni e vorremmo starcene altri 200 – è stato il suo esordio -. Personalmente ho affittato casa dentro il mercato. Alcuni dei monumenti più belli di Palermo sono concentrati qui. È vero che davanti le nostre aule dobbiamo fare le gincane tra la munnizza, spesso abbiamo riciclato le porte abbandonate per i nostri progetti artistici. Vivo qui da sette anni ed è bello poter passeggiare tranquillamente per le strade del mercato del Capo, anche se bisogna evitare quello che io definisco il processo di riminizzazione, che è avvenuto ad esempio a Ortigia, da dove io vengo. Il quartiere comunque è vivo solo se lo diamo in mano ai cittadini. L’accademia poi produce un indotto, però io soffro perchè gli studenti spesso non oltrepassano via Papireto».

Spazio dunque alle altre realtà socioculturali del quartiere. Sono intervenuti ad esempio rappresentanti del Teatro alla Guilla, che hanno ricordato la manifestazione Da Capo a Capo che negli scorsi mesi ha provato a rivitalizzare il quartiere. «Quest’anno vorremmo rifarla e con la partecipazione di tutto il territorio» ha aggiunto l’attore Valerio Stradi. E poi gli scout, il centro Amazzone che ha ricordato le attività di prevenzione per il cancro al seno, il parroco don Sarullo, associazioni culturali che si occupano di progettazione europea.

Gli ultimi tre interventi sono stati infine riservati agli esponenti della giunta. «È importante sostenere chi lavora sul territorio – ha detto Mattina -, esistono spazi pubblici che non sono utilizzati e questa è una follia, per questo pensiamo a destinarli ad associazioni di volontariato. Se non c’è fiducia reciproca tra Comune e cittadini non si va lontano». Marino ha invece puntato il dito sul «mercato, che è il primo obiettivo da salvaguardare, col regolamento che è in fase di esame. Sui rifiuti io credo che non servono più controlli ma più comportamenti consapevoli. Voglio dire: il materasso lo si viene a ritirare a casa, che bisogno c’è di buttarlo in strada?». Da parte propria anche Arcuri è stato franco nell’ammettere che «non abbiamo i soldi per espropriare i numerosi ruderi che qui ci sono, quindi ci stiamo inventando qualcosa per riqualificarli come spazi verdi. Anche il conferimento a Rap sulla manutenzione stradale è un’inefficienza alla quale stiamo lavorando». 

Andrea Turco

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