Consiglio, in aula manca il numero legale «Una delibera ha causato danno erariale»

Manca ancora una volta il numero legale dei consiglieri comunali presenti a Palazzo degli elefanti in seduta di voto sui verbali delle sedute precedenti. Un esito che il consigliere di maggioranza Niccolò Notarbartolo preannuncia già durante la fase delle comunicazioni alla presidente del senato cittadino Francesca Raciti. «Sono mesi che chiedo ai capigruppo e alla presidenza di organizzare meglio i lavori dell’aula – lamenta Notarbartolo -. Va a finire che manca sempre il numero minimo dei miei colleghi nelle fasi finali, proprio quando si prospettano punti importanti sui quali esprimersi». Il riferimento del consigliere del Partito democratico è alla serie di debiti fuori bilancio e alla variante urbanistica al piano regolatore generale per un lotto di terra in via Ortigara. Elementi – anche oggi tra i punti all’ordine del giorno – sui quali si registra nuovamente il rinvio dei lavori. «È un modo per nascondere la polvere sotto il tappeto?», domanda Notarbartolo.

È una questione di natura urbanistica, però, a scaldare gli animi dei componenti del consesso cittadino e a incidere sull’assenteismo degli stessi. Soprattutto in seguito all’interrogazione del consigliere di opposizione Manlio Messina. «Il Tar ritiene fondato il ricorso avanzato dalla ditta Fin.co.ge.ro. ai danni dell’amministrazione», afferma. Il procedimento amministrativo è stato avanzato dall’azienda in merito alla «votazione di favorevole diniego del consiglio per la realizzazione di un loro progetto di edilizia cooperativa, nel mese di aprile». «Il Tribunale sostiene che l’amministrazione doveva presentare due tavole urbanistiche prima di far decidere i consiglieri e – continua Messina – ha condannato il Comune a pagare il 50 per cento delle spese legali del procedimento». Il Tar, inoltre, avrebbe «intimato all’ente di presentare nuovamente la delibera completa di tutta la documentazione». 

Per Messina si parla già di «danno erariale di cui dover rispondere ai cittadini». «È solo una misura cautelare di cui si è dotata l’azienda e l’amministrazione farà tutto quello che c’è da fare», replica l’assessore alla Trasparenza Rosario D’Agata. «La procedura non è a capo della direzione Urbanistica ma dell’ufficio generale al Patrimonio presso l’ufficio Casa», precisa a MeridioNews il titolare del ramo urbanistica Salvo Di Salvo. Che taglia corto: «Anche quando la pratica verrà istruita nuovamente sarà sempre la direzione Patrimonio a dover esprimere un parere». 

Cassandra Di Giacomo

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