Fissati alcuni punti fermi del disegno di legge sui tagli ai consigli comunali: ridotto il numero di consiglieri, inserito un tetto massimo per le indennità e per i rimborsi ai datori di lavoro. E’ stata la commissione Affari istituzionali dell’Ars, dove è ancora in discussione il ddl – che era stato rimandato indietro dall’assemblea regionale – ad approvare le novità contenute in un emendamento presentato da Antonello Cracolici, del Pd.
Per quanto riguarda la riduzione dei consiglieri è previsto che, dal prossimo rinnovo, il numero dei consiglieri comunali in Sicilia sia ridotto del 20 per cento. Questa percentuale scende al 10 per cento per i nove capoluogo e le sei città comprese tra i 50 e i 100mila abitanti.
Le indennità percepite da sindaci, assessori e consiglieri saranno equiparate a quelle del resto d’Italia. Mentre, sull’altro tema spinoso, quello dei rimborsi spettanti ai datori di lavoro dei consiglieri che partecipano a sedute di commissione e consiglio, la commissione ha deciso che nei comuni superiori a 10mila abitanti non potranno superare un terzo dell’indennità del sindaco. Nei centri con meno di 10mila residenti, il tetto massimo del rimborso non potrà superare la metà dell’indennità del sindaco.
Restano da sciogliere altri nodi importanti: la proposta del Movimento cinque stelle di un gettone unico giornaliero, a prescindere dal numero di sedute di commissione e di consiglio effettuate nella giornata, e i tempi entro i quali rendere operativa la riforma. Premesso che la riduzione del numero dei consiglieri non potrà sicuramente essere applicata a partire dall’imminente tornata elettorale, sempre i grillini premono affinché, almeno le modifiche economiche, trovino immediata applicazione in tutti i Comuni siciliani.
La commissione Affari istituzionali si riunirà di nuovo il 4 giugno per il seguito dell’esame del ddl e degli ulteriori emendamenti, prima del voto finale per il passaggio in aula. Tempi più lunghi dunque rispetto a quanto era stato annunciato dai deputati lo scorso 12 maggio, quando l’Ars rispedì indietro il testo. In quell’occasione, Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia aveva affermato: «Tra 15 giorni si torna in aula, con o senza ulteriori modifiche in commissione».
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