Il traguardo del ballottaggio lo ha sfiorato. A separarlo da Gianfranco Lo Piccolo, appoggiato dalla lista civica Carini Pulita e dal Pdr, infatti, ci sono 269 voti. Una manciata di preferenze, che secondo Ambrogio Conigliaro, candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle a Carini, potrebbero “spuntare” fuori dal riconteggio delle schede. Ecco perché nei prossimi giorni i pentastellati presenteranno in un esposto in Procura. «La situazione è alquanto strana» dice a MeridioNews il grillino, escluso per un soffio.
Carini è l’unico dei 13 centri del palermitano interessati dalla tornata elettorale del 31 maggio e 1 giugno scorsi ad andare al ballottaggio. Domenica e lunedì prossimi i cittadini dovranno scegliere tra Giovì Monteleone, sostenuto dai democratici, che ha incassato 6.191 voti, pari al 47,1% delle preferenze, quasi un plebiscito, e Gianfranco Lo Piccolo, che si è fermato a quota 18,1%, ossia 2.358 voti. Con uno scarto, appunto, rispetto a Conigliaro, che ha ottenuto 2.089 voti, di appena 269 preferenze.
Una sconfitta di misura che per gli attivisti a Cinque Stelle nasconde irregolarità ed anomalie. Se non proprio brogli. «A Carini ci sono 27 sezioni, la sezione numero 1 ha terminato solo giovedì sera, quindi dopo 3 giorni, di verificare i verbali» racconta Conigliaro. Un fatto «abbastanza inusuale» puntualizza, dal momento che «di solito impiega al massimo un giorno».
Ma c’è di più. «Incongruenze nei verbali» ed «errori di calcolo». Complice la nuova legge elettorale. Secondo gli attivisti del Movimento Cinque Stelle, infatti, molti elettori avrebbero posto la X sul simbolo della lista, convinti che la preferenza andasse anche al sindaco. Schede che adesso secondo la normativa regionale sono da considerarsi nulle. «I nostri rappresentanti di lista hanno chiesto di poter mettere a verbale la contestazione e presentare reclamo formale. Ma solo in due sezioni su 27 ci è stato permesso».
«Stiamo raccogliendo le testimonianze dei rappresentanti di lista ma anche di qualche scrutinatore – spiega ancora il candidato sindaco -. Dai primi dati pare non ci abbiamo attribuito oltre 1500 voti, che non sono pochini, oltre a quelli annullati. La situazione è alquanto strana». Strano soprattutto per il grillino è stato il comportamento di molti presidenti di seggio, che «non hanno consentito ai nostri rappresentanti di mettere a verbale le contestazioni, passaggio obbligato per l’eventuale ricorso al Tar. Vorremmo capire il perché».
Che qualcosa non è andato per il verso giusto, d’altro canto secondo Conigliaro lo dicono i numeri. «I voti validi per il Consiglio comunale – aggiunge – sono stati 18.200, quelli per il sindaco 13.000. All’appello ne mancano circa 5mila. Preferenze che sarebbero potute andare al candidato del Pd Monteleone, facendolo eleggere al primo turno». Oppure che avrebbero consentito ai pentastellati di raggiungere il traguardo del ballottaggio. In ogni caso, per Conigliaro il rischio è che si sia «falsata» la volontà degli elettori. Così non potendo presentare ricorso al Tribunale amministrativo l’unica strada rimasta è l’esposto alla Procura, che «presenteremo entro la settimana».
E al segretario democratico, Fausto Raciti, che nei giorni scorsi ha parlato di un arretramento del Movimento Cinque Stelle in Sicilia, Conigliaro replica. «A Carini passiamo da 0 a 2 consiglieri, 3 nel caso in cui a vincere il secondo turno sarà Monteleone. Se questo è arretramento… La verità è che il Movimento ha un valore aggiunto: la sua libertà da padrini politici e da diktat. Noi in Consiglio comunale non faremo opposizione strumentale, quando ci saranno proposte valide le voteremo». La priorità per il nuovo sindaco? «La raccolta differenziata mai partita – conclude il pentastellato -. In strada ci sono tonnellate i rifiuti, a cui qualcuno già inizia ad appiccare le fiamme».
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