Il tribunale di Palermo, sezione Misure di prevenzione, accogliendo la proposta del questore di Palermo, ha emesso un decreto con il quale ha disposto la confisca di numerosi beni riconducibili a Fabio Daricca, palermitano di anni 42, per un valore complessivo stimato di oltre 500mila euro. Con il medesimo provvedimento il tribunale gli ha anche applicato la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per la durata di anni tre.
Il provvedimento ablativo ha interessato un cospicuo patrimonio, ritenuto frutto e rinvestimento di attività illecite, costituito da due immobili ubicati nel comune di Carini (nello specifico una villa con piscina ed un appartamento), una autovettura nonché rapporti bancari e finanziari. Fabio Daricca è un soggetto stabilmente dedito alla commissione di reati di grande allarme sociale quali quelli contro il patrimonio ed in materia di sostanze stupefacenti.
Nel 2010 è stato tratto in arresto dalla squadra mobile di Palermo nell’ambito dell’operazione di polizia denominata Addio Pizzo 5, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare, emessa il 9 dicembre 2010 per avere illecitamente acquistato, detenuto e venduto quantitativi di hashish e cocaina. Per tali fatti la corte di appello di Palermo, in parziale riforma della sentenza emessa dal tribunale dello stesso capoluogo, lo ha condannato alla pena di anni dieci e mesi sei di reclusione. In data 17 marzo 2016 è stato sottoposto al fermo di p.g. in quanto gravemente indiziato di aver detenuto, ai fini di spaccio, cocaina e per avere usato violenza per opporsi ad un P.U. nel compimento di un atto d’Ufficio; in data 19 marzo 20016 il tribunale di Palermo, ufficio gip, gli applicava la misura della custodia cautelare in carcere.
Dalle indagini condotte da personale della squadra mobile di Palermo era emerso come Daricca avesse avviato sul territorio di Villagrazia di Carini un fiorente commercio di sostanze stupefacenti di vario genere. Rocambolesche si sono rivelate le fasi che hanno portato alla cattura di Daricca: lo stesso, infatti, qualche giorno prima era stato sorpreso a Carini mentre si avvicinava ad una casa utilizzata per nascondere la droga. Accortosi della presenza della polizia Daricca risaliva repentinamente in auto dandosi a precipitosa fuga. Durante queste concitate fasi aveva persino tentato di speronare la volante che gli aveva intimato l’alt, lanciando dall’auto in corsa un involucro contenente circa 50 grammi di cocaina. Nei giorni successivi, allo scopo di giungere alla sua cattura, si intensificavano mirati controlli di polizia fin quando veniva rintracciato, in prossimità di un chioschetto di via Gino Zappa, allo Zen, suo quartiere d’origine.
Appena notati gli agenti, Daricca cercava di defilarsi a passo spedito tra le viuzze del rione, fino ad imboccare un vicolo delimitato da paletti, all’interno del quale le auto non potevano avere accesso. A quel punto con l’aiuto di altri colleghi tempestivamente intervenuti i poliziotti proseguivano l’inseguimento a piedi, fino a rintracciarlo all’ultimo piano di una palazzina. L’uomo, nel frattempo, aveva cambiato parzialmente il proprio abbigliamento nel tentativo di rendersi irriconoscibile. Per tali fatti il predetto è stato condannato, in via definitiva, alla pena di anni nove, mesi 8 e giorni 20 di reclusione. Recentemente, in data tre giugno 2019, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Palermo nei confronti di 13 soggetti indagati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, danneggiamento, riciclaggio, trasporto e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’importante operazione condotta dalla squadra mobile di Palermo ha consentito di disarticolare un’organizzazione criminale operante sul territorio di Carini il cui vertice era ricoperto da Antonino Di Maggio (cl. 54) e che tra i vari sodali ricomprendeva oltre a Fabio Daricca anche il fratello Giuseppe Daricca (cl. 90) e Alessandro Bono (cl. 79), quest’ultimo recentemente raggiunto da un provvedimento di confisca beni per misure di prevenzione eseguito dall’ufficio Misure di prevenzione della questura di Palermo. In particolare Fabio Daricca risulta indagato per i reati di associazione mafiosa, danneggiamento aggravato, trasporto, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nel 2017, l’ufficio Misure di prevenzione della questura di Palermo, in virtù dell’acclarata pericolosità sociale, avviava indagini patrimoniali nei confronti di Daricca e del suo nucleo familiare che consentivano di accertare una sproporzione economica tra gli acquisti mobiliari ed immobiliari effettuati dagli stessi e i redditi percepiti, incongruenza, questa, che faceva concretamente presumere l’utilizzo di risorse finanziarie di natura illecita, evidentemente derivate dal lucroso commercio di sostanze stupefacenti.
In seguito a tali accertamenti Fabio Daricca veniva prima proposto per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale e, successivamente, raggiunto da un provvedimento di sequestro beni emesso in data 9 febbraio 2018 dal tribunale di Palermo, sezione Misure di prevenzione, oggi divenuto di confisca.
(Fonte: questura di Palermo)
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