Confiscati i beni per due milioni di euro riconducibili al gioielliere Matteo Scrima, 57 anni, ex Pip. L’uomo è stato condannato a otto anni per mafia ed è ritenuto organico alla famiglia mafiosa di Brancaccio. I sigilli sono stati apposti a una gioielleria in via Lincoln, a Palermo a un appartamento e a due box in corso dei Mille. L’attività commerciale di vendita di preziosi, dicono gli investigatori, sarebbe stata avviata dall’indagato nel 1988, in assenza di redditi, e sarebbe proseguita nel tempo, anche se Scrima, in seguito ai guai giudiziari, ha preferito non comparire formalmente già dal 1997.
Dal 2010 al 2011 il gioielliere era incluso nella lista degli ex Pip della Social Trinacria onlus: ha percepito la sua ultima retribuzione nell’ottobre 2011, quando è stato arrestato. Scrima è stato coinvolto nell’operazione denominata Araba Fenice, che ha portato nel novembre 2011 al fermo di quindici persone ritenute inserite nella cosca mafiosa di Brancaccio, tra le quali Cesare Lupo, ritenuto capo della famiglia, e Nunzia Graviano sorella di Giuseppe e Filippo. Secondo gli investigatori Scrima era custode della cassa del clan.
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