Il tribunale di Messina ha condannato l’editore messinese, fondatore dello storico settimanale Centonove, Enzo Basso, a 6 anni e sei mesi . A due anni e due mesi è stato condannato il suo collaboratore, Giuseppe Garufi . Erano accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e frode fiscale. Secondo le indagini dei finanzieri, coordinate dal procuratore Maurizio De Lucia, gli indagati, tutti soci, amministratori e dipendenti di 8 società operanti nel settore dell’editoria e create nell’ultimo decennio, hanno commesso irregolarità nella redazione dei bilanci per nasconderne lo stato di crisi, simulando una solidità patrimoniale inesistente per beneficiare di finanziamenti.
Secondo gli inquirenti «il collaudato modus operandi, elaborato e gestito da Basso, consisteva nel creare società ad hoc, che venivano gravate di oneri connessi alla titolarità di importanti testate giornalistiche edite nella provincia di Messina, indebitate con l’erario e con gli istituti previdenziali e successivamente messe in liquidazione con il contestuale spostamento della gestione della testata ad altre imprese». Gli indagati, secondo l’accusa, ricorrevano a società cooperative «per garantirsi il godimento di rilevanti agevolazioni fiscali previste per questa forma societaria».
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