Concorsi truccati, false attestazioni mediche per portare avanti cause matrimoniali, favori vari. C’è un po’ di tutto nell’indagine della procura di Palermo che, questa mattina, ha portato ai domiciliari un ex professore universitario e direttore del dipartimento di Chirurgia del Policlinico Giaccone e la figlia, attualmente chirurga al Civico Di Cristina-Benfratelli. La misura cautelare, emessa dal tribunale, è stata eseguita dal Nas dei carabinieri e nasce da un’indagine del 2019, dopo la denuncia da parte di un medico di presunti illeciti all’interno del nosocomio.
Nello specifico il principale indagato avrebbe condizionato diversi concorsi per la copertura di posti per professori e ricercatori all’interno del Policlinico. Un sistema basato sulla forzatura dei bandi e dei punteggi da fare assegnare alle commissioni. I criteri sarebbero stati fissati tenendo in mente le caratteristiche di coloro che avrebbero dovuto vincere, indipendentemente dal merito. Agli atti dell’indagine sono finite anche lettere contenenti indicazioni che poi sarebbero dovute essere distrutte.
Per la procura, l’ex medico avrebbe commesso anche altri reati: avrebbe simulato la presenza all’interno di equipe chirurgiche attestando falsamente la partecipazione a interventi, si sarebbe appropriato di migliaia di euro di prestazioni erogate in regime di intra-moenia senza però riversare all’Azienda sanitaria la percentuale a essa spettante, avrebbe svolto l’attività privata per nove mesi senza informare il Policlinico, e poi ancora sarebbe riuscito a fare avere attestazioni di malattie ai figli – entrambi medici – da utilizzare per giustificare l’assenza dal servizio e, in un caso, per consentire alla figlia di sporgere una querela per lesioni contro l’ex marito. Lesioni che in realtà non sarebbero state realmente procurate.
Nell’indagine sono coinvolte altre undici persone: cinque in servizio nello stesso dipartimento del Policlinico – un ex professore ordinario, un professore ordinario, un professore associato, un ricercatore, un infermiere -, un professore ordinario e direttore del dipartimento delle Discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche dell’Università di Palermo; e poi ancora il figlio dell’ex professore universitario e direttore del Dipartimento di Chirurgia del Policlinico di Palermo, che all’epoca dei fatti prestava servizio presso il Policlinico di Messina e oggi è invece dipendente del Policlinico di Palermo; e infine quattro professori ordinari di Chirurgia in servizio presso le Università di Roma (Campus Bio-Medico), Napoli (Vanvitelli) e Messina, i quali hanno ricoperto le funzioni di presidenti e membri di commissioni nell’ambito di diversi concorsi universitari.
La procura contesta i reati di corruzione, peculato, turbata libertà di scelta del contraente, truffa, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio.
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