“Con Fava e con Giovanna Marano siamo più forti di prima”

La scorsa settimana, nella Sinistra siciliana, è successo di tutto e di più. Va da sé che, quando parliamo di Sinistra, non ci riferiamo al Pd, un Partito che, a parte qualche lodevole eccezione, di tutto si occupa, tranne che di battaglie sociali in favore dell’interesse pubblico.

L’ennesima riprova della pochezza politica (e non soltanto politica…) del Pd siciliano viene fuori dall’articolo che abbiamo pubblicato oggi sulla gestione dell’acqua. Dove denunciamo che un Governo regionale dimissionario – il Governo Lombardo – sta provando a commissariale decine e decine di Comuni che si rifiutano di genuflettersi alla gestione privata del servizio idrico.

A parole – ma solo a parole – il Pd siciliano dice di essere d’accordo con la gestione pubblica dell’acqua, così come previsto dall’esito di un referendum popolare celebrato oltre un anno fa. Di fatto, al di là delle chiacchiere, il Pd non si oppone agli atti di ‘pirateria’ amministrativa e politica del Governo Lombardo, del quale, in modo più o meno occulto, continua a fare parte.

Ma, Pd siciliano a parte, è della Sinistra siciliana che oggi vogliamo parlare. Provando a ricostruire quello che, in fondo, è stato un ‘agguato’ che il Governo nazionale (del quale il Pd fa parte) ha organizzato contro la candidatura di Claudio Fava alla presidenza della Regione siciliana.

I fatti sono noti. Senza averne alcun titolo, la Ministra dell’Interno, Anna Maria Cancellieri – una signora che, sotto il profilo politico, è degna in tutto e per tutto di Monti e dei suo ‘compari’ – ha cominciato a sparare a zero sulla candidatura di Fava. La Ministra ha ipotizzato che Fava non è candidabile per questioni burocratiche. Ragioni che noi riteniamo pretestuose e cavillose.

In ogni caso, per evitare ‘rogne’ (per esempio, l’esclusione delle liste della Sinistra e di Italia dei Valori dalle elezioni per il rinnovo dell’Ars: e forse era questo il vero obiettivo che ‘qualcuno’ avrebbe voluto raggiungere), Fava ha preferito fare un passo indietro per mettere in sicurezza il progetto politico.

Così è nata la candidatura di Giovanna Marano alla guida della Sicilia: un’ottima candidatura, peraltro, con Fava che farà il vice.

A questo punto abbiamo deciso di fare una bella chiacchierata con Erasmo Palazzotto, il segretario regionale di Sel, che questa vicenda l’ha vissuta minuto per minuto.

Abbiamo ricostruito questa incredibile storia affinché i lettori di Link Sicilia si rendano conto – con i fatti e non con le chiacchiere – della profonda disonestà intellettuale (e non soltanto intellettuale) dei ‘signori’ che hanno teso questa trappola a Fava e a tutta la Sinistra siciliana.

“Cominciamo col dire – ci dice Erasmo Palazzotto – che la candidatura di Fava è natta al di fuori dei Partiti. Tutti, nel Partito, sono stati d’accordo. Con in testa Vendola”.

“All’inizio – racconta sempre il segretario di Sel in Sicilia – quella di Fava è una candidatura sotto tono. Poi, man mano che passano i giorni, la sua figura inizia a entrare nell’immaginario di tanti elettori siciliani. Una cosa che ricordo è la percezione: la gente comincia ad apprezzare Fava, che viene identificato come un candidato alternativo alla vecchia politica”.

“Nei primi giorni della sua candidatura – aggiunge Palazzotto – ci ricordiamo del particolare della residenza. Lo comunichiamo al nostro comitato organizzativo. Otteniamo sia la residenza, sia l’iscrizione nelle liste elettorali”.

“Il caso, come tutti ricordano – precisa il segretario regionale di Sel – scoppia ventiquattro’ore prima della consegna dei documenti. A tirare fuori questa storia è la Ministra Cancellieri. Da qui la prima anomalia: se i documenti non erano ancora stati consegnati, come faceva la Ministra a conoscere certi particolari?”.

“La Ministra si rivolge anche alla stampa. Prima afferma che c’è un ritardo nella presentazione delle liste: cosa impossibile perché le liste si sarebbero presentate il giorno dopo. Poi arrivano due o tre note de Viminale che rettificano le prime affermazioni. Il problema, fa sapere la Ministra, non senza aver fatto una grande confusione, sarebbe l’iscrizione di Fava nelle liste elettorali”.

“Noi – racconta sempre Erasmo Palazzotto – cerchiamo di capire cosa sta succedendo. Ci consultiamo con i nostri legali. Che ci rispondono che tutto è a posto. A questo punto si verifica un’ulteriore anomalia. Si riunisce la commissione mandamentale elettorale di Termini Imerese (Claudio Fava ha chiesto e ottenuto la residenza a Isnello, piccolo centro delle Madonie). La commissione cancella Fava dalle liste elettorali. La motivazione è la storia dei quarantacinque giorni: e cioè che Fava avrebbe dovuto chiedere l’iscrizione nelle liste elettorali quarantacinque giorni prima”.

“Questo – spiega il giovane dirigente della Sinistra siciliana (Erasmo Palazzotto non ha ancora trent’anni) – è un fatto importante. Prima della cancellazione c’era stata una riunione con tutti i dirigenti della Sinistra siciliana: Fava, Leoluca Orlando e tutti i dirigenti di Sel, Verdi, Rifondazione comunista, Un’Altra storia di Rita Borsellino e via continuando. Era stato deciso di andare fino in fondo. Ovvero di fare una battaglia di principio”.

“Quando ci troviamo davanti alla cancellazione di Fava dalle liste elettorali – racconta sempre Palazzotto – siamo costretti a riflettere. La cancellazione di un cittadino dalle liste elettorali è un atto estremo. Questo ci fa capire le enormi pressioni che si sono concentrate su questa vicenda. Ragionando a freddo, ci rendiamo conto che la mossa è abile: cancellandolo dalle liste elettorali hanno tolto al nostro candidato un requisito. Fava teme, e ha ragione, che l’operazione che qualcuno vuole portare a termine sia l’affossamento del progetto politico. E’ lui stesso a spiegare che non possiamo trasformare una battaglia politica in un caso giudiziario”.

“Decidiamo, così, di salvare il progetto politico. Fava annuncia che farà un passo indietro. Tutta la notte e la mattina successiva la passiamo riuniti per trovare il nuovo candidato. Abbiamo impiegato mesi per convergere tutti su Fava, figuriamoci rifare tutto in poche ore. Alla fine si decide di convergere su Giovanna Marano”.

– E’ stata una brutta botta, no?

“Già, una brutta botta. Ma dobbiamo dire con grande soddisfazione che abbiamo tenuto. Hanno provato a far passare la tesi che non avevamo un candidato. Pensavano che i nostri candidati alle elezioni per il rinnovo dell’Ars sarebbero scappati. Invece, nonostante gli scarsi mezzi che abbiamo a disposizione, ci siamo difesi. Oggi abbiamo due candidati. E siamo più forti di prima”.

– Avete presentato ricorso? Sa, il nostro giornale – e lo abbiamo pure scritto – ritiene che le tesi della Ministra siiano tecnicamente sbagliate…

“Abbiamo presentato ricorso. Vedremo cosa dirà la Giustizia”.

Parliamo un po’ delle vostre liste.

“Abbiamo messo su delle buone liste. Pochi dirigenti di Partito e molta società civile”.

– A un certo punto il capogruppo uscente del Pd all’Ars, Cracolici, vi ha proposto l’unità a Sinistra…

“Abbiamo spiegato a Cracolici che le opzioni del centrosinistra non riguardavano i destini individuali, ma le scelte politiche del Pd siciliano, che sono in perfetta continuità con il sistema di potere che ha governato in questi anni la Sicilia. E poi, diciamolo: il Pd siciliano non parla di politica. Io, personalmente, ho difficoltà a parlare con i dirigenti di questo Partito. Noi parliamo dei problemi dei siciliani, loro parlano dei problemi dei politici siciliani”.

– Se non ricordiamo male, Fava, tra i suoi possibili assessori, ha scelto anche personaggi del Pd…

“E’ così. Adriana Laudani e Lia Fassari hanno la tessera del Pd. Poi ci sono Renato Costa, Luca Nivarra, Ninni Bruschetta. Tutti designati sulla base delle competenze”.

– Vediamo i programmi.

“La prima cosa che faremo, se riusciremo ad avere rappresentanti all’Ars, sarà la presentazione di un pacchetto di disegni di legge. In primo luogo, l’abbattimento dei costi della politica. Proporremo di dimezzare l’indennità dei parlamentari regionali. Poi i tagli delle consulenze. E l’accorpamento delle società regionali con la contestuale riduzione dei consigli di amministrazione. Con l’individuazione dei criteri per le nomine degli stessi consiglieri di amministrazione e, in generale, per le nomine. Non dovrà più succedere che al Corecom finiscano ingegneri aerospaziali. Quindi l’abolizione della tabella H”.

– Il vostro programma prevede anche un Piano per il lavoro.

“Per l’appunto: un Piano straordinario per il lavoro. Pensando ai giovani. Oggi, in Sicilia, il 70 per cento dei giovani non lavora. Il nostro obiettivo è recuperare risorse eliminando gli sprechi per creare posti di lavoro per i giovani. Va anche riformata la formazione professionale. E va stimolata la nascita di nuova imprenditoria giovanile. Quindi spazi fiscali per le imprese, come è stato fatto in Puglia”.

– In questa campagna elettorale parlate molto di ambiente. Cosa, che in verità, fanno anche i candidati del Movimento 5 Stelle.

“E’ vero, scommettiamo molto sull’ambiente. La prima cosa che faremo, se governeremo, sarà un vero Piano per la raccolta e il trattamento dei rifiuti”.

– Guardi che il presidente Lombardo e il Pd ne hanno fatto uno, di Piano per i rifiuti. Approvato dal Governo Monti: bruciare i rifiuti nei forni delle cementerie siciliane…

“Conosco questa trovata infelice. Mi dispiace per chi ha pensato una cosa del genere: ma non si può fare. Perché le ecoballe che dovrebbero arrivare nei cementifici siciliani non dovrebbero contenere plastica. E invece la contengono”.

– A noi risulta che lo vogliono fare lo stesso. Ci sono dietro interessi economici notevoli…

“Non si può fare. Non si può bruciare la plastica. Riempirebbero i luoghi vicini di diossina e di altri veleni. In Sicilia non ci sono i centri per il trattamento dei rifiuti. Tutto finirebbe nei forni”.

– Lo sa che Governo regionale e Ars hanno deciso di far pagare ai cittadini siciliani i debiti accumulati dagli Ato rifiuti? Un miliardo e 300 milioni di euro al 31 dicembre 2008. Secondo noi, oggi sono molto di più. Questi debiti li pagheranno i siciliani con l’aumento stratosferico delle tasse sui rifiuti. Gli aumenti scatteranno subito dopo le elezioni. Appena in tempo per prendere in giro i siciliani…

“Siamo al corrente di questa ennesima ingiustizia che si vorrebbe consumare sulle spalle dei siciliani. E infatti approfitto di questa intervista per avvertirli: votare bene, oggi è importante. Noi non solo siamo contrari a par pagare ai siciliani i debiti degli Ato rifiuti, ma, se governeremo, avvieremo un’azione di responsabilità contro gli amministratori degli Ato rifiuti. Dovranno essere loro a pagare e non i cittadini siciliani”.

 

 

Giulio Ambrosetti

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