Comuni siciliani: arrivano le notifiche dei decreti ingiuntivi dei centri che ospitano i minori giunti con i barconi

IN ATTESA CHE ROMA ‘CACCI’ I SOLDI, I NOSTRI ENTI LOCALI VENGONO INVITATI A PAGARE. MA I SINDACI SI PREPARANO AD OPPORSI, PERCHE’ QUESTI COSTI SONO A CARICO DELLO STATO E DELL’UNIONE EUROPEA. DI QUESTA CONFUSIONE DOBBIAMO RINGRAZIARE RENZI E ALFANO CHE HANNO ‘SICILIANIZZATO’ UN PROBLEMA NAZIONALE E INTERNAZIONALE

La notizia è frammentaria, ma fa il paio con quello che sta succedendo in Sicilia nelle ultime ore, con la nostra Isola presa d’assalto da migliaia di migranti disperati. Così, mentre nel porto di Pozzallo si contano i morti – sono i 27 migranti deceduti probabilmente per asfissia – alcuni Comuni siciliani si preparano ad opporsi ai decreti ingiuntivi notificati dai gestori dei centri di accoglienza per i minori non accompagnati. Sono i titolari dei centri che ospitano i bambini arrivati con i barconi.

La storia è nota e il nostro giornale la segue da tempo. Sono le storie di minori che arrivano con le ondate di migranti. Bambini non accompagnati che trovano rifugio nei centri allestiti in Sicilia. Un mese fa, di questi centri, se ne contavano circa 300. Oggi pare che siano diventati 350.

L’apertura di questi centri viene autorizzata dalla Regione o dalle Prefetture. In ogni centro trovano ospitalità fino a 13 minori. Il costo di mantenimento di ogni minore è stato fissato – non si capisce da chi – in 74 euro al giorno. E’ stato calcolato che, in un anno, il costo di questi minori potrebbe superare i 70 milioni di euro.

In questa storia c’è un piccolo ‘dettaglio’ non ancora risolto: chi è che deve pagare il costo dei ricovero di questi minori? Una circolare ‘intelligente’ del Ministero degli Interni di qualche mese fa ha scaricato tutto sui Comuni siciliani.

Insomma il Governo dei banchieri di Matteo Renzi e del Ministro Angelino Alfano ha provato a ‘sicilianizzare’ il problema (e i costi) dei migrati che arrivano in Sicilia.

Poi ci sono stati incontri infuocati a Palermo e a Roma. Poco prima delle elezioni europee il Governo nazionale si è impegnato ad affrontare la questione dei minori ospitati nei centri siciliani sotto l’egida dello Sprar, sigla che sta per Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Insomma i costi dovrebbero essere sostenuti dal Governo nazionale.

Così sembrava. Solo che, nei Comuni siciliani dove hanno sede i centri di accoglienza per minori non accompagnati (cioè i minori che arrivano con i barconi), continuano le notifiche dei decreti ingiuntivi da parte dei gestori di questi centri. Si tratta quasi sempre di cooperative sociali (una caratteristica dell’assistenza a questi minori è che ad occuparsi di loro non sono strutture pubbliche, ma soggetti privati che, evidentemente, ci guadagnano: questa è l’Italia: il Paese dove si ‘monetizza’ l’assistenza nel nome della ‘solidarietà’).

I Comuni siciliani che continuano a ricevere i decreti ingiuntivi – notificati dai titolari di questi centri che vogliono essere pagati – in molti casi non hanno nemmeno i soldi per pagare il personale. E, in ogni caso, non spetta ai Comuni dell’Isola pagare un servizio che è a carico dello Stato e che dovrebbe essere anche a carico dell’Unione europea.

Ma nella confusione attuale tutti fanno i furbi. In attesa che il Governo nazionale – e soprattutto il Ministro Alfano – faccia chiarezza su questa incredibile storia, ‘sotto scopa’ sono proprio i Comuni siciliani.

Del resto, se andiamo a dare un’occhiata al sito dello Sprar, leggiamo:

Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) è costituito dalla rete degli enti locali che – per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata – accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo…”.

Le parole magiche sono: “… nei limiti delle risorse disponibili…”.

Intanto nella terza legge finanziaria il Governo di Rosario Crocetta ha stanziato 13 milioni di euro. Sembravano soldi destinati ai centri che ospitano questi minori. Ma c’è chi sottolinea che questi 13 milioni di euro andrebbero alle Asp siciliane per mettere su i servizi sanitari per i controlli medici dei migranti che arrivano ogni giorno in Sicilia.

Sbagliamo, o anche questi soldi dovrebbero essere a carico dello Stato e dell’Unione europea? Perché dovremmo pagarli noi siciliani?

La verità è che a Roma e a Milano Matteo Salvini fa le sceneggiate leghiste, mentre Renzi e Alfano, a Roma, hanno ‘sicilianizzato’ un problema che è nazionale e internazionale.

 

 

Redazione

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