Intitolare una via di Catania a Giorgio Almirante, a lungo segretario del Movimento Sociale Italiano. La richiesta è stata recapitata alla commissione toponomastica del Comune etneo a firma di Enzo Trantino, avvocato penalista di fama nazionale ed ex deputato di Alleanza Nazionale, per conto dellassociazione culturale Centro Studi Energie. «Almirante è uno statista rivendica Trantino tante riforme approvate recentemente o in discussione, come lelezione diretta dei sindaci e del presidente della Repubblica, erano state anticipate da lui trentanni fa». La domanda è stata presentata, in realtà, diversi anni fa, alla fine dellultima amministrazione Scapagnini, ma adesso dovrebbe essere presa in considerazione.
«Per quanto mi riguarda il mio no è scontato e mi opporrò a questa richiesta», afferma Saro DAgata, consigliere comunale del Pd e membro di minoranza della commissione toponomastica. Della commissione fanno parte tre consiglieri comunali: oltre allo stesso DAgata, anche i due di maggioranza, Antonino Sciuto e Giovanni Marletta. Insieme a loro, a decidere ci sarà un gruppo di esperti nominati dal sindaco e tra questi figura proprio lavvocato Trantino, in compagnia dello storico Giuseppe Giarrizzo e della docente universitaria Sarah Zappulla Muscarà. «Il fatto che il richiedente faccia parte della commissione chiamata a valutare non influenzerà il responso», assicura DAgata.
Ma, in attesa delle decisioni ufficiali, cè chi non ha dimenticato i trascorsi fascisti del segretario del Msi e non ci sta. Il gruppo Memoria e Libertà invita tutte le forze democratiche, politiche e sociali della città a reagire per «scongiurare loltraggio». Già a Roma nei mesi scorsi una richiesta simile sollevò accese polemiche e alla fine, il sindaco Gianni Alemanno, nonostante il suo passato proprio nel Msi, bocciò la proposta. Mentre esistono strade dedicate ad Almirante in altri Comuni. Fu proprio la visita di donna Assunta, moglie di Almirante, a Tremestieri Etneo in occasione dellintitolazione di una via allex segretario del Msi, a spingere Trantino a chiedere la stessa cosa per la città di Catania. «Era ridicolo che un Comune minore limitrofo ce lavesse e il capoluogo no», sottolinea.
Ma il gruppo Memoria e Libertà condanna fermamente lidea che Catania possa avere una strada intitolata a chi ha firmato nel 1938 il manifesto della razza, «base ideologica fondamentale del razzismo fascista». Nella nota il movimento ricorda il lungo elenco di ruoli ricoperti da Almirante durante il ventennio. Dal lavoro di giornalista tra il 1948 e il 1942 nella rivista La difesa della razza, alla scelta di arruolarsi tra i repubblichini, con il grado di capomanipolo, nella fase della Repubblica di Salò durante la quale fu anche capo gabinetto del ministro della Cultura popolare e combatté in prima persona contro i partigiani. La solidarietà al dittatore Augusto Pinochet, infine, dopo il colpo di Stato in Cile e lassassinio del presidente socialista Salvador Allende. «Liberi di criticare, ma la stagione dellodio è finita», ribatte Trantino.
Se il passato non bastasse, il gruppo Memoria e Libertà fa riferimento anche al regolamento per la toponomastica cittadina, chiamata a «tutelare la storia toponomastica della città di Catania e del suo territorio e a curare che le nuove denominazioni rispettino lidentità culturale e civile, antica e moderna, della città». Identità che «si deve identificare nei valori portanti dellUnità dItalia e della lotta di liberazione dai nazifascisti. Quelli dellintegrità nazionale, di libertà, uguaglianza, democrazia, giustizia, diritti umani, solidarietà e antirazzismo, equità sociale, pace. Tutti sanciti dalla Costituzione». Valori, per Memoria e Libertà, in netta antitesi con la storia di Giorgio Almirante.
Ci sono altri cittadini catanesi, ricorda il gruppo, che aspettano di avere un riconoscimento. Come quei 35 nomi che campeggiano sulla lapide nel chiostro di Palazzo degli Elefanti, caduti mentre combattevano contro i nazifascisti. «Sono essi che hanno pieno titolo di civile e democratica onoranza concludono nella lettera Posseggono interamente i requisiti previsti dal Regolamento comunale per la toponomastica cittadina, non certo Giorgio Almirante».
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