Un caso che sta facendo discutere da giorni e su cui l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Paternò, Salvatore Galatà, sta lavorando. Alcuni sviluppi positivi potrebbero esserci già da questi giorni. Stiamo parlando del singolare caso di Carmelo Furnari, 45 anni, dipendente comunale disabile da qualche anno e costretto a vivere in carrozzella, il quale da oltre tre settimane è stato trasferito per «motivi di sicurezza» dagli uffici ai Servizi sociali, ubicati al secondo piano del palazzo comunale, al centro diurno per anziani Nonno per amico di viale Alcide De Gasperi. Questa struttura è distante dal palazzo comunale, dove il lavoratore deve strisciare il badge, circa 800 metri. Il disagio che il dipendente, in servizio da 23 anni in Comune, sta vivendo è legato pure alle difficoltà d’accesso al posto di lavoro.
Da tre settimane, ogni mattina, Carmelo Furnari viene accompagnato a lavoro con la macchina dalla madre, la quale lo aiuta a scendere dall’auto e a posizionarsi sulla carrozzella per poi accompagnarlo a strisciare il badge, la cui macchinetta si trova al piano terra del palazzo di città. Subito dopo, la donna aiuta Carmelo Furnari a risalire sulla vettura, ricollocando la sedia a rotelle in macchina, quindi i due si spostano con il mezzo al centro diurno Nonno per amico. Anche in quel caso, la donna aiuta il figlio a scendere dalla macchina, mettersi sulla sedia a rotelle ed entrare a lavoro. Stessa prassi alla fine delle ore lavorative: lo prende dalla struttura di viale Alcide De Gasperi, lo aiuta a salire in macchina per portarlo nuovamente al Palazzo comunale dove Carmelo Furnari timbra il cartellino.
«Questa situazione non può perdurare. Io non ce la faccio più – dice Giuseppa Bruni, la madre del dipendente comunale – Chiedo che Carmelo venga collocato in un ufficio del Comune dove i disagi siano limitati e soprattutto dove ci siano altri colleghi». Infatti, per cause di forza maggiore (il collega con cui Furnari lavora a Nonno per amico è stato assente per malattia), il 45enne impiegato comunale è rimasto da solo per oltre un’ora all’interno del centro diurno per anziani; a fargli compagnia, in attesa che un altro collega inviato dal Comune arrivasse sul posto di lavoro a rimpiazzare l’assente, è stata proprio la madre. «È successo una volta. Non so se in futuro possa ancora accadere – conclude Giuseppa Bruni – Anche per tale ragione ritengo che mio figlio debba essere ricollocato».
Per nove anni Carmelo Furnari ha lavorato al piano terra del palazzo comunale, all’ufficio relazioni con il pubblico, per poi «essere stato trasferito al secondo piano – dice il dipendente – dove si trovano gli uffici ai Servizi sociali e dove sono rimasto a lavorare fino ai primi di marzo, quando poi sono stato spostato al centro diurno di viale Alcide De Gasperi». «Voglio solo tornare a lavorare in una struttura dove non mi debba sobbarcare troppi disagi», aggiunge. «Il signor Furnari è stato spostato, come mi ha spiegato la dirigente del nostro ufficio, per motivi di sicurezza: nell’ipotesi di calamità naturali o incendio, nel precedente ufficio ci sarebbero state maggiori difficoltà a evacuarlo», spiega l’assessore ai Servizi sociali Salvatore Galatà. «Ho incontrato il dipendente, spiegandogli che ci stiamo attivando per risolvere la problematica. Sono stato dal segretario generale, il quale mi ha garantito che ha provveduto a firmare un atto di servizio che prevede il trasferimento, a breve, del nostro dipendente», conclude il componente della giunta.
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