Comune, Orlando indica i vertici partecipate M5s: «Una spartizione degna degli anni ’80»

Una volta approvato da parte del Consiglio comunale il bilancio consolidato, il sindaco Leoluca Orlando sta procedendo alla nomina dei vertici delle aziende partecipate, di cui il Comune di Palermo è socio unico o di maggioranza. La scelta dei nuovi amministratori unici è quindi caduta su Maria Prestigiacomo, Antonio Perniciaro e Franco Randazzo, rispettivamente per Amap, Reset e Sispi. Alla Rap è andato, invece, Giuseppe Norata mentre all’Amg Mario Butera e all’Amat Michele Cimino.

«Nella scelta degli amministratori unici – afferma il sindaco – ho voluto attenermi a quei criteri di professionalità, competenza ed esperienza che sono indispensabili nella gestione di aziende pubbliche, proprio perché il carattere pubblico dei servizi essenziali è e rimane l’elemento chiave. Questo elemento di scelta, che è prettamente politico, costituisce uno degli elementi di forza collanti della coalizione di governo della città, fatto proprio da tutte le forze politiche che hanno sostenuto la mia candidatura e il mio programma votato dagli elettori».

«Una squadra – prosegue il primo cittadino – che conferma prima di tutto la visione politica di questa Amministrazione relativamente alle aziende di servizio e cioè che tali aziende e tali servizi devono restare pubblici a tutela degli interessi dei cittadini. Allo stesso tempo, una squadra che conferma che a questo principio basilare si può e si deve affiancare sempre quello della competenza e dell’esperienza, che sono garanzia della qualità nella gestione delle aziende stesse». Le nomine degli amministratori unici saranno formalizzate nei prossimi giorni, al termine degli accertamenti di rito.

«La spartizione delle poltrone per le società partecipate alle varie, distinte e contradditorie forze della maggioranza si è conclusa – commentano apramente i consiglieri del M5s a Sala delle Lapidi – Il PD, Sicilia Futura e Sinistra Comune hanno avuto ciò che avevano richiesto; sembra essere piombati, di colpo, di nuovo, nella Palermo degli anni ’80. E adesso si avvierà la giostra delle spartizioni dei posti in Giunta. Nel frattempo la città continua a sprofondare, fra l’incuria e l’incapacità dell’amministrazione, tra sporcizia, degrado e disservizi. A Cimino, politico di vecchia data che ha attraversato tutto l’arco politico siciliano (da Forza Italia al PD, passando per importanti ruoli nei governi Cuffaro e Lombardo) e che ben rappresenta la nuova restaurazione trasformista del Sindaco, richiediamo, da subito, di essere capace di difendere gli interessi dell’Amat contro il Comune che con la richiesta di oltre 46 milioni di euro, rischia di determinarne il fallimento».

Redazione

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