Prende il via stamane il progetto promosso da Lega anti vivisezione e Comune di Palermo per la formazione di un centinaio di agenti della polizia municipale contro la piaga del randagismo in città. Un progetto ambizioso che si muove in più direzioni e, tra i tanti obiettivi, punta anche allo svuotamento del canile municipale in via Tiro a Segno, al centro di polemiche infuocate nei mesi scorsi, con un piano di intervento per promuovere le adozioni da parte di privati. Attualmente, infatti, sono 540 gli animali ancora in carico all’amministrazione – di questi 80 sono cuccioli – e solo 250 sono effettivamente ospitati all’interno della struttura gestita dall’amministrazione, mentre la parte restante si trova all’interno di strutture private. E così stamane, nella sala convegni dei nuovi uffici della polizia municipale, in via Ugo La Malfa, si è tenuto il primo incontro tra gli agenti che si sono offerti spontaneamente – per la precisione 101 – e gli esperti della Lav. Un progetto sperimentale che coinvolge attori istituzionali e della società civile, associazioni di volontariato, l’Asp, e l’Ordine dei medici veterinari.
«In una realtà complicata come quella di Palermo bisogna intervenire contestualmente in più ambiti», ammette la responsabile nazionale area adozioni della Lav Federica Faiella, e singoli interventi spot come campagne di sterilizzazione o di microchippatura «non possono risultare efficaci». Il progetto si propone così di intervenire su più fronti a favori di cani randagi liberi sul territorio o inseriti all’interno di strutture deputate alla loro detenzione. «Opereremo insieme al Comune controllando il territorio con un censimento della popolazione canina – prosegue la responsabile della Lav -, il controllo delle nascite con interventi di sterilizzazione, favorendo il recupero psicofisico dei cani ospitati nelle strutture e agevolando il virtuoso circolo delle adozioni». Sui tempi, tuttavia, non è possibile al momento fare alcuna ipotesi, troppe le variabili in gioco per sbilanciarsi in previsioni.
«Abbiamo lanciato una campagna adozioni, ma affermare che svuoteremo il canile è un impegno che non possiamo assicurare – riconosce Faiella – Nel caso del sequestro del rifugio Parrelli, una struttura ‘lager’ in via Prenestina, a Roma, – aggiunge – abbiamo lavorato un anno intero per portare il salvo 357 cani e 118 gatti. Ma ogni situazione e diversa dall’altra». Intanto, entra nella fase operativa la fase del progetto destinata alla formazione degli agenti di polizia municipale – solo il primo teorico mentre gli altri incontri si svolgeranno sul campo, durante i quali gli agenti apprenderanno le procedure di intervento -, che si troveranno ad affrontare per primi i casi segnalati e faranno da intermediari con la macchina che gestisce le emergenze.
«Ovviamente non tutti gli agenti che si sono offerti saranno reclutati – chiarisce il comandante della polizia municipale Gabriele Marchese – Solo i migliori saranno utilizzati per garantire il benessere degli animali a integrazione del nucleo attualmente esistente, e per assicurare il rispetto della convivenza uomo-animale». Un progetto che, tra le altre cose, vuole mettere la parola fine anche alle polemiche che da parecchie associazioni animaliste erano state indirizzate all’amministrazione rea di affrontare l’emergenza affidando gli animali anche a soggetti privati: «Questo progetto chiude tutte le vecchie polemiche nate nei confronti del Comune che ‘avrebbe mandato i cani alla vivisezione’, così qualcuno ha scritto su Facebook – ricorda Marchese – Oggi, lavoriamo assieme con coloro che combattono proprio quei sistemi». Sui tempi per la realizzazione del nuovo canile comunale, infine, Marchese aggiunge: «I lavori sono a buon punto, dovremmo essere completati entro la fine dell’anno con la consegna della struttura».
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