Un danno erariale da 583mila euro per compensi e nomine in esubero al consiglio comunale. La Corte dei conti ha ribaltato la sentenza con la quale in primo grado erano stati assolti l’ex sindaco di Catania Umberto Scapagnini (deceduto nell’aprile 2013) e sette ex amministratori comunali. Le accuse erano di aver stipendiato con compensi fuori misura gli amministratori delle società partecipate del Comune etneo. Il collegio ha dunque accolto il ricorso presentato dal procuratore generale e certificato l’ammontare del danno da dover dividere tra lo stesso ex primo cittadino (sanzione bloccata, perché non ci si potrà rivalere sugli eredi) e Mario Arena, avvocato rappresentante dei soci di InvestiaCatania. Il legale dovrà versare 292mila euro.
I giudici hanno accertato come la mala gestione della Asectrade abbia inciso per oltre 500mila euro. Il resto del buco era provocato dalla InvestiaCatania, società con un organico di quattro persone che però pagava un consiglio d’amministrazione di sette che percepivano compensi aumentati tra il 2001 e il 2004 da 45 milioni di lire all’anno per il presidente e 24 milioni di lire per i consiglieri ai 100 mila euro per il presidente e 30 mila per i consiglieri negli anni successivi.
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