Comune, arrivano le notifiche di Riscossione Sicilia Lettere al sindaco Bianco e a 27 consiglieri comunali

Sono arrivate nei giorni scorsi ai consiglieri comunali di Catania e al sindaco
Enzo Bianco le lettere di Riscossione Sicilia, l’ente che nell’Isola svolge le funzioni di Equitalia. Le cartelle esattoriali, inviate dal presidente della partecipata regionale Antonio Fiumefreddo, sono state spedite l’8 febbraio ai gruppi consiliari di Palazzo degli elefanti. Ma anche agli amministratori di Palermo, Messina e Siracusa. Nelle notifiche si invitano i componenti dell’aula consiliare catanese a rimuovere eventuali contenziosi (anche tributari) con l’amministrazione. Pena il decadere dalla propria carica per via di una norma che determina l’incompatibilità tra posizioni istituzionali e morosità col Comune. I politici catanesi hanno 30 giorni di tempo per chiarire la propria situazione, termine oltre il quale Riscossione Sicilia fornirà la lista dei morosi a prefettura, ministero per gli Interni, Regione Sicilia ed enti locali.

Le lettere della partecipata regionale che si occupa di riscuotere le tasse in Sicilia sono arrivate nelle sedi dei gruppi consiliari di Palazzo degli elefanti, a eccenzione per
Il megafono. Anche se nella sede di Con Bianco per Catania «sono state spedite per errore anche quelle di altri gruppi, non ricordo quali», dice il capogruppo Alessandro Porto. Che aggiunge: «Per quanto mi riguarda si tratta di un atto doveroso per un amministratore. Anche perché ci potrebbero essere persone che non sono a conoscenza di eventuali contenziosi aperti».  Le notifiche, solo in un numero sparuto di casi, sono giunte anche ai domicili degli interessati. I quali non conoscono ancora l’entità del presunto debito e il motivo, ma per questioni di privacy. In qualche caso la lettera sarebbe però arrivata per errore, come per il referente del gruppo Misto, Massimo Tempio

I carichi pendenti sulle tasche dei politici di Palazzo degli elefanti – 27 consiglieri, tra maggioranza e opposizione, e anche alcuni assessori – avrebbero cifre importanti per mancati pagamenti di Irpef, tassa sui rifiuti, tassa sulla casa multe di vario genere. Al netto di morosità irrisorie da 200 o 300 euro, per la giunta il tetto si raggiunge con la posizione di un assessore che dovrebbe a Riscossione Sicilia 70mila euro. Tra i consiglieri si va dai duemila ai 297mila euro, passando per somme da 22mila, 32mila, 50mila, da 51mila e 144mila.

«Ho verificato immediatamente la mia posizione in un ufficio
Serit e non ho alcun carico pendente», interviene il Tempio. «Tra l’altro i contenziosi tributari non determinano situazioni di incompatibilità costituzionale e non bisogna dimenticare che il diritto alla difesa è un pilastro della nostra Costituzione», conclude. «Bisogna dare atto che molti politici di Palazzo degli elefanti hanno saldato subito o stanno provvedendo in queste ore», spiega il presidente Fiumefreddo. Uno dei primi a pagare sarebbe stato proprio il sindaco Bianco. «Un bel gesto per la città che fa capire che a pagare debbano essere tutti, non solo i poveretti – continua Fiumefreddo -. Anche se, devo dire, che è brutto un consiglio in cui il gruppo più sostanzioso non è un partito ma il fronte di chi non paga i contributi». 

L’azienda partecipata della Regione Siciliana sta vivendo un periodo finanziario particolare. A rischio default per un
buco di bilancio di circa 20 milioni di euro, vede uno spiraglio di salvezza nella nuova legge di Stabilità. L’ordinamento finanziario prevede l’investimento di un budget necessario per salvare Riscossione Sicilia, che passa da due milioni e mezzo a 34 milioni e 900mila euro. La norma, se approvata, prevede un cospicuo stanziamento di fondi per il 2016 in favore della società di riscossione regionale. La linea è dettata dall’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei. Ma la norma dovrà scontrarsi in aula con uno schieramento politico contrario e più propenso al passaggio dei servizi direttamente a Equitalia.

Cassandra Di Giacomo

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