Comune, altro che rimpasto: potrebbe cambiare tutto Fabio Giambrone in pole per il posto da vice Orlando

Diverse anime della maggioranza lo chiedevano da tempo, ora c’è anche l’apertura di Orlando, disponibile ad ascoltare tutte le istanze: se le proposte saranno accolte la sua giunta si avvia verso un cambiamento radicale. Guai però a parlare di rimpasto. «Si tratta più che altro di un rilancio dell’azione politica dell’amministrazione» dicono in coro diversi esponenti della compagine che sostiene il sindaco in Sala delle Lapidi. Tra i primi e sicuramente tra i più decisi peroratori della causa del cambiamento ci sono i consiglieri del gruppo di Sinistra Comune. «Il sindaco – dice a MeridioNews il capogruppo Giusto Catania – finalmente ha posto il tema generale del rilancio. È fondamentale, e mi pare che ci siano le condizioni visto che il sindaco si è fatto carico di questa necessità».

«Non esprimiamo una valutazione positiva sul complesso della giunta – continua l’ex assessore alla Mobilità – Non stiamo discutendo delle singole questioni, ma penso che sia una tematica che riguardi la tenuta politica della squadra di governo, che ha mostrato qualche criticità». E per rilancio non si intende certo di rattoppi all’interno della rosa degli assessori, ma di sostituzione dell’intera giunta. «Qua non vogliamo guardare chi ha colpe e puntare il dito – spiega Tony Sala, capogruppo di Palermo2022 – Solo non possiamo dire che metà giunta ha funzionato e l’altra metà no». Anche se in verità non mancano all’interno dell’attuale squadra di governo i promossi, uno fra tutti l’assessore alla Cultura, Andrea Cusumano, a cui vengono riconosciuti i meriti della gestione non facile di due importantissimi eventi paralleli come la biennale d’arte moderna itinerante, Manifesta, e l’anno trascorso da capitale italiana della Cultura. Cusumano, tuttavia, sembra comunque destinato a lasciare il proprio incarico per una sua scelta personale. 

Dall’altra parte non può certo godere degli apprezzamenti guadagnati da Cusumano l’assessora alla Mobilità, Iolanda Riolo, anche se da diverse aree della maggioranza sono cauti nell’attribuirle chiare responsabilità, ma resta la convinzione che, dopo una legislatura in cui la Mobilità è stata uno dei cavalli di battaglia dell’amministrazione, con l’introduzione delle Ztl, del tram e delle tante pedonalizzazioni, sotto la guida proprio di Giusto Catania, malgrado gli sforzi profusi, Riolo non sia riuscita a lasciare il segno con il proprio apporto. E le stesse perplessità in maggioranza sono date dall’operato di Sergio Marino per quanto riguarda le attività produttive, nonostante l’attuale vicesindaco abbia pagato una organizzazione deficitaria, anche a causa dell’assenza di dirigenti tecnici e delle criticità patite da tutto il polo tecnico di via Ausonia. Differente il discorso per Antonio Gentile, assessore al Bilancio. Malgrado buona parte della maggioranza sia infatti soddisfatta degli sforzi profusi per fronteggiare le ultime emergenze in fatto di numeri, anche grazie all’apporto del ragioniere generale, si preferirebbe puntare su un profilo che, vista l’esigenza di dovere rinunciare a nove milioni, visto il taglio del gettito previsto dal governo nazionale, sia in grado di operare dei tagli con una visione più politica e non strettamente tecnica

Intanto si susseguono gli incontri tra Orlando e gli esponenti dei gruppi. Gli esponenti di Sicilia Futura sono stati già ricevuti, la linea è la medesima delle altre forza, ma i consiglieri del gruppo avrebbero riproposto con insistenza sempre lo stesso nome, quello di Leopoldo Piampiano. Pare che abbiano anche chiesto la poltrona dell’assessorato alle Attività produttive, ma questa opzione non sarebbe per niente gradita all’interno della maggioranza, visto che in quell’ambito il movimento ha già il presidente di Commissione, Ottavio Zacco. Anche se la scelta di Cimino per l’Amat, caldeggiata proprio dal gruppo consiliare di Sicilia Futura, ha fatto guadagnare fiducia nelle indicazioni che arrivano da quell’area. «Dei miglioramenti devono essere fatti – prosegue Toni Sala – Domani dovremo essere incontrati dal sindaco e personalmente mi sento di dire che dovremmo individuare per i prossimi tre anni quali sono gli obiettivi. Scelti questi dovremmo stabilire come vogliamo raggiungerli e in ultima analisi individuare quali sono le figure che meglio possono interpretare quello che ci siamo detti di fare». 

Palermo 2022, così come l’altra lista civica, il Movimento139, entrambe anime della cavalcata elettorale di Leoluca Orlando verso la rielezione, sembrano tuttavia destinate a non avere propri rappresentanti nella nuova giunta. Questo a meno che il sindaco non indichi in Fabio Giambrone, fedelissimo di Orlando e nome caldissimo per l’assessorato che si occupa dell’organizzazione del personale nonché per la poltrona di vicesindaco, non venga indicato dal professore stesso come referente politico delle sue liste civiche. «Orlando per ora sta ascoltando e vuole capire – dice ancora Sala – Se ce lo dovessero chiedere siamo disposti a dare nominativi di figure all’interno della società civile che si possano prestare per il governo della città. Se interpellati alla luce di un programma, di un progetto, noi siamo disponibili, non abbiamo nessuna brama di poltrone». L’unica speranza, seppur lontana, di apertura per Palermo2022 e per il Mov139 sembra però quella che si passi da otto a dieci assessori così come si sta cercando di fare con una legge regionale richiesta dal sindaco di Catania, Salvo Pogliese. Una proposta che in Regione ha passato sì il vaglio della Commissione, ma che adesso dovrà misurarsi con il voto dell’aula, anche se non sarà verosimilmente cosa breve, visto che l’Ars si trova attualmente in sessione di Bilancio e quindi non può occuparsi di niente che non sia inerente alla materia contabile. 

E infine c’è il Partito democratico, con una partita che è tutta da giocare: si devono trovare i giusti equilibri all’interno delle varie anime del partito, tutte rappresentate all’interno del gruppo consiliare. Se si vuole cercare una sorta di ponte potrebbe ritornare in voga il nome di Teresa Piccione. Si parla anche del capogruppo, Dario Chinnici, ma non si sa quanto queste voci possano essere fondate, visto che il rilancio dell’azione politica passa anche dal rapporto tra la giunta e il consiglio comunale. Togliere da Sala delle Lapidi alcuni membri cardine dei vari gruppi consiliari, che lascerebbero in favore del posto da assessore, potrebbe finire col minare gli equilibri della maggioranza in Consiglio. Togliendo dei punti di riferimento, anche se per incarichi di governo, non necessariamente potrebbe essere una saggia mossa sullo scacchiere politico. 

Gabriele Ruggieri

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