Comunali Trapani, Mazzonello tra smart city e legalità «Con noi non ci saranno politici iscritti alla massoneria»

Quarantanove anni di professione architetto, Giuseppe Mazzonello sarà il candidato del Movimento 5 stelle per le amministrative di Trapani. La sua candidatura è arrivata anche per il lavoro fatto accanto al parlamentare nazionale Vincenzo Santangelo.

La città viene fuori dalla campagna elettorale dello scorso anno condizionata dalle vicende giudiziarie e da un anno di commissariamento. Cosa serve a Trapani per rialzarsi?
«I trapanesi sono ancora traumatizzati per quanto accaduto lo scorso anno e, in questi giorni, anche a causa di alcune notizie inquietanti che filtrano dagli ambienti giudiziari, percepisco che gli elettori temono possa replicarsi quanto già accaduto. Il commissariamento ha svolto le sue funzioni di ordinaria amministrazione, ma Trapani ha bisogno di altro. Trapani ha bisogno della trasparenza che può garantire la lista del M5s in consiglio comunale e di un sindaco che voglia governare, cioè capire i problemi e determinare le soluzioni, prima che amministrare. Di buoni amministratori ne abbiamo avuti e se ne propongono ancora, ma non mi pare che abbiano ottenuto grandi risultati. I trapanesi hanno bisogno di cambiamento, di una amministrazione, come quella che propone il M5s, che guardi ai bisogni dei cittadini prima che agli interessi di una classe “presunta” dirigente, che ha portato la città nelle condizioni in cui si trova».

Aeroporto. Con grande fatica si è raggiunto un accordo per il nuovo bando di comarketing. Crede sia un modello su cui continuare a puntare? Se no, quali alternative per Birgi?
«Il co-marketing non è il metodo corretto e bene ha fatto il commissario a starne fuori. Bisogna rispettare le regole del mercato che certamente non consentono di trasferire a cuor leggero soldi pubblici a una azienda privata, seppur efficiente e di prestigio come Ryanair. La procedura corretta è quella di farsi autorizzare il nuovo bando dalla Commissione dell’Ue. E questo dovrebbe farlo la Regione Siciliana, che è il socio di riferimento e di maggioranza. Le alternative per Birgi e per l’Airgest, il M5s le ha indicate, mettendole nero su bianco in una mozione all’Ars. Il futuro di Birgi passa comunque da un sistema aeroportuale siciliano che guardi a tutti gli scali nel loro complesso con una strategia industriale comune e nel rispetto delle regola della Autorità di regolazione del mercato e dei trasporti».

Rifiuti. È stato assegnato il nuovo appalto per la raccolta dei rifiuti. La convince? Pensa ci siano margini per cambiare qualcosa vista la situazione in città?
«La differenziata è partita malissimo, ma non ci sono alternative. Differenziare è la parola d’ordine. Il M5s lo dice da anni, da quando l’amministrazione ha fatto altre scelte, oggi rivelatesi devastanti per l’igiene e l’immagine della città e, soprattutto per il grave ritardo culturale che ci costringerà a un impegno ulteriore nella sensibilizzazione e nelle campagne di comunicazione rivolte ai trapanesi. Per cortesia non si parli più di termovalorizzatori o di inceneritori. La Regione prevede che siano le pianificazioni delle Srr a dover sviluppare il proprio fabbisogno di impianti. Pertanto mente chi si candida ad amministrare Trapani proponendo “soluzioni impiantistiche” per la gestione dei rifiuti, sotto le quali si celano sterili slogan da campagna elettorale. La realtà è un’altra e si chiama Piano d’ambito Srr Tp Nord (ex Ato Tp1), la cui pianificazione prevede il completamento di progetti avviati a partire dal 2009 e autorizzati dalla Regione: ampliamento della discarica di contrada Borranea con impianto di trattamento meccanico biologico; impianto di compostaggio a Calatafimi Segesta, su un terreno confiscato alla mafia; piattaforma di selezione e valorizzazione del secco a Buseto Palizzolo. Trapani deve allinearsi su questa pianificazione facendo la propria parte».

Qual è la prima cosa che farebbe da sindaco?
«Come già detto, l’intervento sulla raccolta differenziata, con una campagna di informazione e con una “revisione” del servizio, perché sia più agevole per i cittadini e un intervento sul verde pubblico, abbandonato a se stesso. Sono interventi che riguardano tutto il territorio: le contrade e i quartieri. E che possono contribuire a ricucire i rapporti tra l’area urbana, l’area periurbana e le periferie. Interventi che hanno un valore sociale e culturale, oltre che operativi e amministrativi».

Tra i cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle, c’è il progetto del tram treno. Di che cosa si tratta?
«È una idea di mobilità ampiamente sperimentata in molti paesi d’Europa: utilizzare la linea ferroviaria come una linea tranviaria di superficie che colleghi la stazione con le contrade e con gli aeroporti di Trapani-Birgi e poi di Punta Raisi. Un progetto simile fu presentato al comune nel 2009 da un giovane ricercatore trapanese. Il M5s lo ha ripreso, aggiornato e adeguato. La città non sarà più tagliata in due, separata dalle barriere che dividono l’area urbana dal sedime ferroviario e, soprattutto, proprio il sedime ferroviario diventerà un parco urbano percorribile a piedi. Si può fare modificando lievemente l’asta ferroviaria di manovra e aggiornando il materiale rotabile. Al posto dei vecchi treni, motrici e carrozze più moderne e leggere con capacità di accelerazione, frenata e manovra adeguate al traffico urbano».

Smart City. Questa la vostra idea di città. Di che cosa si tratta?
«Le smart cities o città intelligenti esistono già. Noi vogliamo solo condurre Trapani al passo con i tempi. Si tratta di fare divenire Trapani una città sostenibile e connessa attraverso l’uso di tecnologie avanzate nell’ambito dei servizi pubblici. Ma mettendo tra loro in relazione le reti, facendole comunicare, si possono amplificare le opportunità per i cittadini, rendendo più facile fruire delle tecnologie della comunicazione, della mobilità, della sicurezza, dell’ambiente, attraverso il controllo dell’aria e dell’acqua e delle reti fognarie, e dell’efficienza energetica. È possibile influire sulla qualità della vita. Molte delle attività possono essere a costo zero o quasi, utilizzando e coinvolgendo in modo diverso le risorse tecniche e umane disponibili. Poi si aprono possibili canali di finanziamento extrabilancio: non sono da trascurare i finanziamenti Europei che spingono in direzione delle smart cities».

Nel corso di questa campagna elettorale avete condotto una battaglia contro il voto di scambio. Andando in giro per i quartieri che percezione avete avuto?
«Il fenomeno è in riduzione ma esiste ancora. È alimentato da diversi fattori: uno è quello economico-sociale del bisogno. Ci sono persone che si trovano in situazioni tali da non riuscire a percepire che svendere o vendere il proprio voto significa condannarsi a rimanere in condizioni di marginalità. Una persona mi ha chiesto che gli pagassi una bolletta. Ho risposto che di bollette pago solo le mie. L’altro fattore è quello affaristico-mafioso di chi il voto lo compra, dove però è complesso inquadrare il reato in una fattispecie penale definita. Ritengo sia necessaria più incisività da parte del legislatore e va guardata con più attenzione da tutti gli elettori. C’è in gioco la qualità della nostra democrazia e la qualità delle rappresentanze, parlamentari e negli enti locali. I trapanesi devono alzare la testa e gridare no ai compromessi elettorali e alla criminalità organizzata o meno che sia. Un voto al M5s è la garanzia di tutela del territorio, delle infrastrutture e dei servizi dagli interessi distorti, dal malaffare, dalla mafia e dalle massonerie deviate che hanno infiltrato anche settori cruciali per la qualità della vita dei cittadini. I nostri candidati e i nostri assessori designati, come scelta etica volontaria, hanno già sottoscritto il patto di non appartenenza e non iscrizione alla massoneria».

Pamela Giacomarro

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