Comunali Ragusa, M5s cerca il bis con Tringali «Proveremo a essere più presenti tra i cittadini»

Ragusa, cinque anni fa, è stato il primo capoluogo siciliano a cinque stelle. Il sindaco uscente, Federico Piccitto, ha deciso di non ricandidarsi e la gestazione del Movimento ha portato alla scelta dell’attuale presidente del Consiglio comunale, Antonio Tringali. Sarà lui il prossimo 10 giugno a tentare la corsa per la poltrona di primo cittadino a palazzo dell’Aquila, insieme ad altri sei candidati. «Essere candidato sindaco cinquestelle in un territorio dove gli elettori hanno chiaramente indicato, più volte, nel Movimento una speranza per un nuovo corso della politica – ha detto Tringali poco dopo l’investitura ufficiale – è una responsabilità che avverto profondamente».

In caso di vittoria, qual è la prima cosa che farebbe, la più importante e urgente per la città?
«Una città ha sempre urgenze a cui dare risposta. Nell’immediato, occorre riasfaltare le strade cittadine, soprattutto alcune arterie. Non sono state risistemate prima per un motivo preciso: dopo decenni di abbandono delle condutture comunali (con perdite d’acqua enormi e aumenti dei costi per i cittadini), ne abbiamo sistemati 36 chilometri. Ovviamente, prima dovevano terminare i lavori e, solo dopo, riasfaltare le strade. Inizieremo con viale dei Platani, viale Europa e Marina di Ragusa».

Come vede la sua Ragusa tra cinque anni?
«Pensare allo sviluppo di una città legato ai tempi istituzionali di una sindacatura non mi piace molto. Comprendo, tuttavia, il senso della domanda: la vedo in continua crescita. Vedo una città che, ripartita nei cinque anni di amministrazione Piccitto, raggiunge una serie di obiettivi e se ne pone degli altri. Il centro storico, per esempio. È chiaro che dire di vederlo tra cinque anni ripopolato suonerebbe come uno slogan, che ha però il sapore della presa in giro. Ma vedere una città in cui i proprietari di immobili in centro, grazie a una modifica delle regole che consentono ristrutturazioni, iniziano a investire, bloccando l’esodo verso le periferie, mi sembra davvero una bella prospettiva di crescita».

Perché dare fiducia a lei e alla sua squadra?
«Le persone e il programma. Sono questi i nostri punti di forza. I 24 consiglieri comunali rappresentano davvero la città, ciascuno per le proprie competenze. Ci sono il medico e il docente universitario, la mamma impegnata in casa e nel volontariato. L’imprenditore e l’impiegata nel mondo del sociale. I miei tre assessori designati sono: Gaetano Accardi, docente di Lettere al liceo classico, appassionato di cinema e curatore di numerose attività culturali; Emanuele Nicosia, farmacista, titolare di una farmacia in città e presidente di una società che opera a livello nazionale con percorsi rivolti a figure professionali in ambito sanitario; Gianluca Formichetti, avvocato, dottore di ricerca in diritto pubblico, con grande esperienza nel diritto amministrativo, in particolare per le procedure di affidamento ed esecuzione di appalti pubblici. E poi il programma: nessun libro dei sogni ma punti chiari e copertura economico e finanziaria».

La cosa peggiore e la cosa migliore della sindacatura uscente?
«Oltre agli interventi per 60 milioni di euro (tutto certificato, basta guardare le delibere e le determine comunali), in questi cinque anni abbiamo rivoluzionato il modo di pensare il rapporto tra cittadino e amministrazione. I ragusani oggi sanno che per presentare un’istanza al Comune non ha alcuna utilità una sponsorizzazione, non ci sono cittadini di seria A e di serie B. L’aspetto su cui ritengo occorra aggiustare il tiro è il confronto. In questi anni il sindaco e l’amministrazione hanno dovuto fare un superlavoro per cambiare un sistema che non andava, mettere i conti in ordine (ci siamo insediati trovando un patto di stabilità sforato), riuscire a non ridurre i servizi (anzi ne abbiamo avviati di nuovi) nonostante il netto taglio dei trasferimenti di Stato e Regione. Un’enorme mole di lavoro che è andata a discapito, a volte, di una presenza in città, tra la gente. Ecco, su questo dico che mi sento pronto a dare il mio contributo».

Le polemiche per i cambi di casacca e la militanza in altri partiti da parte sua e di altri candidati. Come replica? È stato violato il regolamento del Movimento?
«Ho aderito al M5s sin dalla sua costituzione, perché credo fermamente nei valori che sono alla base dell’agire del Movimento. Dalla sua nascita, il mio impegno è stato legato solo al Movimento che rappresento oggi in qualità di candidato sindaco e che ho rappresentato come attivista, come consigliere comunale e poi come presidente del consiglio. Ho letto di altre polemiche sulle candidature di alcuni aspiranti consiglieri. In realtà, tutte rispettano il regolamento. Per un paio di persone, in gamba e che aderiscono ormai da anni con piena convinzione e grande impegno al Movimento, è stato applicato in maniera scrupolosa quanto prevede il regolamento, che consente deroghe motivate».

Quali sono i suoi rapporti con Maurizio Tumino, attuale candidato di Forza Italia?
«Rapporti di rispetto, così come personalmente li ho con tutti e sei i candidati sindaco. In questi anni, Tumino ha fatto una battaglia dura nei confronti dell’amministrazione Piccitto, e questo è sotto gli occhi di tutti».

In vista di un ballottaggio, si potrebbe pensare ad apparentamenti o è da escludere? E se si, a chi si guarderebbe?
«Noi abbiamo una sola lista, a differenza di altri candidati che ne hanno quattro o cinque. È una scelta del Movimento che ritengo importante. A un eventuale ballottaggio metteremmo sul tappeto solo i programmi, quei punti a cui non intendiamo rinunciare perché nascono da un confronto con i cittadini. Per il resto, siamo poco interessati a fare calcoli di numeri per ottenere poltrone».

Valentina Frasca

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