I tentativi di mediare e fare sintesi si sono protratti per settimane, facendo registrare
anche interventi e appelli autorevoli. Alla fine, il centrosinistra a Ragusa si presenta diviso per le elezioni di domenica. Da un lato Giuseppe Calabrese e dall’altro Giorgio Massari. Quest’ultimo è il candidato sindaco espressione delle liste civiche Ragusa prossima, Ragusa bene comune e Cantiere democratico. Al suo fianco, domenica scorsa, si è pubblicamente schierato Claudio Fava, neo presidente della commissione antimafia regionale. Massari ha improntato il suo programma sulle politiche sociali e della famiglia, su una crescita economica che vada di pari passo con la coesione sociale, sulla realizzazione di una città senza periferie, ma con nuove centralità urbane, a cominciare da Marina, San Giacomo e Punta Braccetto. Una città dove si possa anche tornare a vivere serenamente nel centro storico.
In caso di vittoria, qual è la prima cosa che farebbe, la più importante e urgente per la città?
«La politica non s’inventa. È una vocazione che richiede passione ma anche competenza, formazione, professionalità ed esperienza amministrativa. Posso affermare che, sin dal primo giorno, saremo in grado di iniziare a costruire la Ragusa che abbiamo in mente. Il primo atto sarà l’istituzione di un gruppo di lavoro per procedere alla rielaborazione del piano particolareggiato».
Come vede la sua Ragusa tra cinque anni?
«Ho assunto l’impegno a lavorare e darò tutto me stesso per una Ragusa più solidale, con meno disuguaglianze, più internazionale e più ricca. Una città per tutti, la città della bellezza da riscoprire, una città che ritrovi nella sua identità la coesione sociale. Una città più felice».
Perché dare fiducia a lei e alla sua squadra?
«Con gli assessori Gaetano Manganello, Salvo Ingallinera, Elio Accardi e con tutti i candidati delle tre liste che mi sostengono, dopo un bellissimo confronto con i mondi vitali di Ragusa, abbiamo dato vita a un programma che mette insieme onestà e competenza per costruire una Ragusa di qualità. Su questo pensiamo di meritare la fiducia».
La cosa peggiore e la cosa migliore della sindacatura uscente?
«Molti ritengono che la cosa migliore che ci lascia in eredità l’amministrazione uscente sia la pista ciclabile di Marina di Ragusa. Tra le peggiori inserirei la scarsa capacità di dialogo con i cittadini, l’aumento di tasse e tributi, il sistema di raccolta dei rifiuti».
In caso di ballottaggio, a chi si guarderebbe per eventuali apparentamenti?
«A chi mostrerà di avere un’idea di città quanto più vicina alla nostra. A chi si impegnerà, con noi, per dare una speranza, forse l’ultima, a Ragusa. A chi saprà trasformare lo sdegno per ciò che non va nel coraggio di cambiare. Vogliamo restare alleati con i cittadini ragusani e i nostri valori».
La disputa in casa centrosinistra. Non si poteva arrivare uniti all’appuntamento elettorale?
«È subito apparso chiaro che in campo c’erano progetti diversi. Non credo ci sia stato un problema di collocazione o di schieramento. Partiti e liste civiche hanno scelto di presentarsi ai cittadini con un’offerta politica diversa».
Per trovare un sindaco di centrosinistra a Ragusa dobbiamo tornare indietro al 2003? Cosa manca alla coalizione per essere accattivante in tema di consensi?
«Non lo so e non spetta a me dire perché i cittadini dal 2003 non abbiano più dato fiducia al centrosinistra. Noi abbiamo un programma, dei valori e una storia che possono essere attrattivi per tutti. Anche per gli elettori di centrosinistra».
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