Comunali, Massimo Tempio va oltre i partiti  «Lista delle municipalità sarà ago bilancia»

Massimo Tempio ci crede, e in barba all’accavallarsi di voci che intasa il quadro politico catanese in vista delle Amministrative, tira dritto sulla strada della «lista delle municipalità». Salvo che per la ricandidatura del sindaco Enzo Bianco, i possibili contorni della prossima battaglia elettorale restano avvolti nella nebbia. Né i grillini, né il centrodestra hanno ancora anche solo un’ipotesi di candidato, e neppure l’uscente sa che confini avrà la sua coalizione. E tuttavia l’ex presidente, per 14 anni, della circoscrizione Barriera-Canalicchio, da pochissimo lasciatosi mani libere avendo preannunciato di voler mollare il gruppo Primavera per Bianco, pregusta già una partita da «ago della bilancia». Quello che, cioè, dovrà essere l’aggregato destinato, secondo Tempio, a fare incetta di adesioni fra i consiglieri di quartiere desiderosi di «fare il salto» a Palazzo degli elefanti. 

«Qui ho dovuto fare il consigliere premendo il bottone e basta, semplicemente perché ho scelto di appoggiare l’amministrazione – dice senza fronzoli il consigliere, mentre in aula l’ennesima seduta salta dopo solo una trentina di minuti per mancanza del numero legale – adesso però possiamo fare la differenza, mettendo in primo piano l’attenzione verso le periferie». Il contenitore dei quartieri, quasi nemmeno serve dirlo, avrà natura civica, «fuori dai partiti». «C’è un momento in cui bisogna dire basta – prosegue Tempio – Ci facciamo valere solo portando avanti la lista delle municipalità, così da discutere con il prossimo candidato sindaco alla pari». 

Ci sarà solo un nome con cui dialogare, stando al lapsus forse rivelatore del consigliere eletto, nel 2013, con 708 voti nella lista dello sconfitto Raffaele Stancanelli Tutti per Catania. Tempio, un passato anche nell’Mpa, era poi transitato in Articolo 4 quando in vita c’era ancora Lino Leanza, per infine diventare organico alla maggioranza di Bianco nel gruppo Primavera. Le sue ultime uscite avevano però assunto connotati polemici nei confronti del centrosinistra: facile dunque immaginare un’interlocuzione privilegiata con l’eventuale proposta del centrodestra. Tempio non si scompone su questo, poi fa spallucce e ammette: «Mi hanno chiamato sia centrodestra che centrosinistra, vedremo. I grillini? Loro a Catania non esistono perché la gente vota chi è presente sul territorio, i loro rappresentanti invece non li conosce nessuno»

Per adesso è più importante pensare alla formazione da mandare in campo. Alla lista della municipalità, cioè, che dovrà calamitare anche altri consiglieri uscenti. Tempio è fiducioso e una conferma arriva dall’adesione «già fatta» di Sebastiano Anastasi, capogruppo della forza di minoranza Grande Catania. Per tutti gli altri colleghi, invece, l’invito è uno: prendere parte alla creazione della lista, partecipare al «laboratorio» che nascerà. «Ma non ci saranno consiglieri candidati e neppure io lo sarò – Tempio mette le mani avanti – quei quattro-cinque uscenti che vorranno aderire sosteranno una lista di 36 consiglieri o ex consiglieri di quartiere, tutta gente che da sola, con 300-400 voti, non può andare da nessuna parte». 

Allora meglio tutti per uno, uno per tutti? «Esprimeremo a breve anche il nostro candidato sindaco, io o un altro, faremo a sorteggio – chiosa Massimo Tempio – La differenza la faranno sei o settemila voti, sia che davanti ci sia centrodestra, centrosinistra o Movimento 5 stelle, noi a quel punto potremmo pure puntare sul candidato sindaco in cui crediamo, chiedere quattro assessori e portare i consiglieri di quartiere in aula». Ecco così risolto, parola di consigliere, il problema del ricambio nella rappresentanza politica. «Abbiamo anche il simbolo quasi pronto, ci saranno dei richiami a dei monumenti che uniscono tutta Catania, dalla periferia al centro», conclude Tempio. 

Francesco Vasta

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