Sciacca, Palagonia, Scicli e poi lo strano caso di Villafranca Sicula, in provincia di Agrigento. Saranno quattro i ballottaggi che andranno in scena domani 26 giugno in Sicilia e serviranno a eleggere i nuovi sindaci e individuare la precisa composizione dei consigli comunali. Ma se nei primi tre casi si tratta di un normale secondo turno per Comuni in cui, avendo più di 15mila abitanti, vige la legge elettorale proporzionale, a Villafranca Sicula – appena 1412 elettori – la situazione è ben diversa: sulla carta il nome del nuovo sindaco sarebbe dovuto venire fuori dalla sfida del 12 giugno tra l’uscente Domenico Balsamo, sostenuto dalla lista Villafranca Bene Comune, e lo sfidante Gaetano Bruccoleri, presentatosi con il sostegno di Svegliamo Villafranca.
Così però non è stato e il motivo è semplice: Balsamo e Bruccoleri si sono spartiti il consenso. A ognuno dei candidati sono andati 481 voti dei 977 espressi all’interno delle cabine elettorali. Conti alla mano sono stati 15 quelli che si sono persi tra schede nulle o bianche. La legge regionale 35 del 1997, al comma 4 dell’articolo 2 prevede che, dopo il ballottaggio, «in caso di ulteriore parità viene eletto il più anziano di età». Nel caso di Villafranca Sicula si tratterebbe di Balsamo. Con i suoi 64 anni, avrebbe a meglio sul 55enne Bruccoleri. Dettagli che, considerato l’andamento del primo turno, potranno risultare determinanti. A incidere, inevitabilmente, sarà anche la capacità dei candidati di riuscire a portare alle urne da una parte coloro che hanno votato al primo turno, perché interessati soprattutto a sostenere uno dei pretendenti alla carica di consigliere, e dall’altro convincere chi invece domenica 12 giugno ha deciso di astenersi. Sono stati 435 le persone che hanno scelto di non esprimersi.
E’ proclamato eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità si procede ad un turno di ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti, da effettuarsi la seconda domenica successiva a quella del primo turno di votazione. In caso di ulteriore parità viene eletto il più anziano di età.
Negli altri Comuni al voto, due sfide su tre saranno influenzate dalle trattative che in queste due settimane sono state avviate con i candidati sconitti. A Palagonia e Sciacca, infatti, sono stati chiusi gli apparentamenti che determineranno la mancata assegnazione del premio di maggioranza alle coalizioni dei futuri sindaci. Nel centro del Calatino, la fascia tricolore sarà contesa tra l’uscente Salvo Astuti (39,47% al primo turno) e l’ex deputato autonomista Francesco Calanducci, che godrà del supporto di Salvatore Filetti, giunto terzo e designato assessore. Nel comune dell’Agrigentino, il candidato Ignazio Messina (39,92%) si è apparentato con le liste di Fratelli d’Italia e degli autonomisti che al primo turno avevano sostenuto il deputato di Attiva Sicilia ed ex cinquestelle Matteo Mangiacavallo. Messina se la vedrà con il candidato di centrosinistra Fabio Termine (36,81%). A Scicli, infine, il ballottaggio vedrà protagonisti il candidato di centrodestra Mario Marino (38,37%) e Caterina Riccotti (22,71%), sostenuta dal movimento Start Scicli e da altre liste civiche. Qui non c’è stato nessun apparentamento ufficiale, anche se il candidato Carmelo Vanasia, che al primo turno si è fermato al 3,70 per cento, ha dato indicazione di sostenere Riccotti.
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