Comunali 2021, le trattative tra i partiti nel Catanese Patto Lega-Italia Viva. A Misterbianco Pd e M5s divisi

«Ci risentiamo dopo?». Da destra a sinistra il ritornello è sempre lo stesso. Non c’è ancora una data definitiva per le Amministrative (Leggi qui l’articolo completo sulle elezioni comunali in Sicilia) , ma i giochi sono già partiti, anche se pochi si sbilanciano nelle valutazioni. Nell’area metropolitana di Catania sono sei i Comuni dove il prossimo autunno si andrà alle urne: nel Calatino si voterà a Caltagirone, Grammichele e Ramacca. Quest’ultimo commissariato a seguito della sfiducia di Pippo Limoli. Nel Catanese saranno GiarreMisterbianco e Adrano ad andare al voto. Gli ultimi due sono sotto commissariamento: il primo a seguito dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, il secondo per quella che è balzata agli onori delle cronache come la cacciata di D’Agate, ex primo cittadino adranita sfiduciato dal Consiglio comunale. 

Due i Comuni in cui si voterà con il sistema maggioritario (Ramacca e Grammichele), negli altri quattro si andrà alle urne con il proporzionale. La parola d’ordine è come sempre il civismo, ma dietro la presentazione dei raggruppamenti civici ci sono gli schieramenti politici, talvolta, con alleanze inaspettate. A tracciare la rotta nel nuovo centrosinistra, sebbene non senza difficoltà, è l’alleanza Pd-M5s. A darne l’ufficialità è stata la foto pubblicata sui social che ritrae il segretario regionale del Partito democratico Anthony Barbagallo in auto con Giancarlo Cancelleri. Nel centrodestra, invece, si attende che Fratelli d’Italia e Forza Italia trovino la quadra, mentre la Lega sembra dividersi tra Italia Viva e gli autonomisti, fatta salva l’eccezione di Ramacca dove il Carroccio e i dem uniranno le forze su un unico candidato

A Caltagirone, il sindaco uscente Gino Ioppolo, espressione di Diventerà Bellissima e uomo di riferimento di Nello Musumeci, ha già annunciato che non si ricandiderà. Al centro si discute sull’alleanza tra Lega, Italia Viva e autonomisti e un nome papabile sembra essere quello del presidente del Consiglio comunale Massimo Alparone. Forza Italia pensa, invece, alla candidatura dell’attuale componente del senato cittadino Sergio Gruttadauria, ma la partita, come detto, si gioca con Fratelli d’Italia dove il consigliere comunale Salvo Romeo ha già ufficializzato la sua candidatura. Tra gli aspiranti c’è anche Roberto Gravina, già consigliere comunale nel gruppo misto. Nel centrosinistra, invece, Pd e M5s potrebbero convergere su Fabio Roccuzzo. «Abbiamo ritenuto di raccogliere l’appello che ci ha rivolto durante una trasmissione televisiva locale – sostiene a MeridioNews il deputato regionale Ars Francesco Cappello del M5s – Terremo un confronto sui temi nei prossimi giorni, non so se ci sarà un modello Conte ma è sicuro che serve una svolta decisa e definitiva». A Ramacca, dove sembra propendere l’idea di un modello Draghi, il Partito democratico farà quadrato con la Lega e Italia Viva. A Grammichele, l’asse Pd-M5s, per il momento, non si espone e il sindaco Purpora, interpellato da MeridioNews, non intende sciogliere la riserva. Gli autonomisti sembrano puntare su Pippo Greco con Fratelli d’Italia e lombardiani. Ai nastri di partenza dovrebbe esserci anche Davide Malaspina di Idee in movimento.

Ad Adrano, Comune guidato dal commissario governativo Angelo Sajeva, per adesso a esporsi è stato solo l’ex sindaco Fabio Mancuso che, sebbene non abbia ancora un nome, ha già ufficializzato il progetto e la scesa in campo con tre liste (Rinasce Adrano, Liberi e Forti e Adraniti sempre). Se si prova solo a chiedere se intende ufficializzare la propria candidatura Mancuso risponde: «Assolutamente no». Nel centrosinistra, le trattative Pd-M5s sono ancora «in alto mare», commenta il vicesegretario del circolo del Pd Giuseppe Lucifora a MeridioNews. «Seguiremo senz’altro la linea nazionale e regionale – prosegue Lucifora – ma ancora è troppo presto, dobbiamo attendere anche l’esito del ricorso presentato da D’Agate». Il riferimento è al ricorso al Tar presentato dall’ex sindaco Angelo d’Agate contro la mozione di sfiducia approvata lo scorso marzo dal Consiglio comunale che ne ha comportato la decadenza. 

Per Misterbianco, il Comune sciolto per il rischio di infiltrazioni mafiose, l’alleanza Pd-M5s pare non reggere. «Non possiamo permetterci di appoggiare sindaci decaduti a seguito dello scioglimento del Comune per mafia», è la presa di posizione di Dino Giarrusso in un recente comizio. Il riferimento è alla candidatura già annunciata – tra le fila del Pd – dell’ex sindaco Nino Di Guardo. Protagonista di mille battaglie, tra le quali il soggiorno in camper davanti al Comune, per Di Guardo «lo scioglimento è stata una scandalosa impostura». Dalla sua l’ex primo cittadino vanta la pronuncia del tribunale civile di Catania che ha ritenuto insussistenti i presupposti per la dichiarazione di incandidabilità. «Dino Giarrusso ha espresso la sua opinione personale», sottolinea a MeridioNews Josè Marano deputata regionale M5s. «A Misterbianco, io e il mio collega Luciano Cantone stiamo valutando come muoverci – prosegue Marano – e avremmo anche identificato una figura all’interno del Movimento ma, per il momento, preferiamo non renderla pubblica». Ad avvalorare l’affermazione di Marano c’è il post pubblicato sui social dall’M5s locale che definisce il sostegno a Di Guardo come «una probabilità mai esistita e che mai esisterà». Trascorsi cinque anni dalla spaccatura nel Pd, Italia Viva propone la candidatura di Ernesto Calogero, cognato del consigliere comunale Alessandro Tenerello, che ha già ricevuto il sostegno di Cambiamo di Giovanni Toti. Nel centrodestra un candidato papabile si trova tra le fila di Forza Italia ed è l’ex consigliere comunale Marco Corsaro, vicino all’assessore regionale Marco Falcone. «Da questo percorso – commenta Corsaro a MeridioNews, schivando ulteriori domande – nascerà naturalmente una proposta politica che sarà convincente, innovativa e con un’ampia base popolare». 

A Giarre, la «simpatia istituzionale» – così la definiscono alcuni addetti ai lavori – tra il sindaco Angelo D’Anna e il senatore M5s Cristiano Anastasi giocherà il proprio ruolo in autunno. Anche se, per il momento, il primo cittadino non ha ancora sciolto la riserva. Di certo, nel caso di una scalata verso un secondo mandato, il centrosinistra dovrà fare i conti con le defezioni avvenute durante i cinque anni di amministrazione tra dissesto, la riapertura dell’ospedale e gli esposti presentati alla Corte dei Conti per le presunte irregolarità nell’erogazione dei gettoni di presenza in commissione. Tra chi ha già ufficializzato la propria candidatura c’è il consigliere comunale Leo Patanè. Eletto tra le fila di Giarre 2.0 per poi dichiararsi indipendente, Patanè, avvocato di professione e prima politicamente vicino all’ex deputato Ars Marco Forzese – quest’ultimo centrista di lungo corso e adesso coordinatore provinciale di Cantiere Popolare – scenderà in campo con tre liste (Noi per Giarre, Giarre Attiva e Progettiamo Giarre). Anche Claudio Raciti, fratello del direttore del distretto ospedaliero dell’Asp di Giarre e vicino all’assessore regionale Antonio Scavone, ha già espresso la volontà di candidarsi. Nel centrodestra, Fratelli d’Italia sembra determinata a prendersi lo scranno da sindaco. Al momento, le ipotesi sono due: l’ex vicesindaco nell’amministrazione D’Anna, Patrizia Lionti, e il consigliere comunale Francesco Cardillo. Anche se la prima, avvocata nello studio legale Trantino e riferimento sul territorio del sindaco di Catania Salvo Pogliese, sembra l’ipotesi più accreditata. Per la Lega, invece, il quadro è più complicato: da una parte l’attrazione lombardiana per Raciti, dall’altra la tentazione di sostenere Leo Cantarella, medico di professione e originario di Macchia. Figlio dell’ex sindaco Salvo Cantarella, il suo nome è trapelato nelle scorse settimane, ma dal Carroccio siciliano non si sbilanciano. «Non abbiamo ancora tenuto i tavoli provinciali – spiega a MeridioNews il coordinatore Alessandro Porto – fino ad allora non posso fare nomi». 

Gabriele Patti

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