Comunali 2018, chi ha vinto e chi ha perso nel Palermitano A Campofelice il sindaco è donna, il ballottaggio a Partinico

Poche sorprese e molte conferme per i 26 Comuni del Palermitano che nella giornata di ieri sono andati al voto per eleggere i  nuovi rappresentati in giunta e in consiglio comunale. Un trionfo di liste civiche, anche se in realtà la scelta è stata orientata dai partiti che hanno preferito dissimulare la propria presenza all’interno di esse o, come nel caso dei 5stelle, hanno scelto di presentarsi in pochi luoghi. Si parte da Partinico, che era l’unico Comune per il quale esisteva la possibilità del ballottaggio: e, come era facile prevedere visto l’alto numero di candidati al ruolo di primo cittadino (ben otto), si tornerà a votare tra due settimane. Le operazioni di spoglio però sono molto lente, e già i pentastellati annunciano reclami.

In attesa di dati certi, chi può dirsi certamente vincitore è il centrodestra (più destra che centro). Che piazza momentaneamente come sfidanti al ballottaggio Maurizio De Luca (Diventerà bellissima, Forza Italia, Rete civica, Idea Sicilia-Popolari autonomisti) e Pietro Rao (LEGAti a Rao sindaco salviamo Partinico, Alleanza dei Siciliani). E già Rao, ex deputato alla Camera, parla da primo cittadino in pectore. «Quello di oggi è un grande traguardo – scrive a caldo su Fb -. Voglio dire alla mia gente che Partinico avrà un sindaco che farà della condivisione e del coinvolgimento popolare la sua forza. Abbiamo posto fine agli anni bui in cui in questa città a dettare legge era il primo cittadino con il suo stretto cerchio di amici. Darò ai partinicesi tutto l’amore, la forza e il sostegno che loro mi hanno dato in queste settimane, definisco questo risultato una vittoria per i cittadini di Partinico che hanno scelto di cambiare e hanno scelto un sindaco del popolo, un candidato che ha parlato alla gente. C’è un grande entusiasmo tra la gente e voglio complimentarmi con gli altri candidati per risultati usciti dalle urne, indistintamente Motisi, Costanzo e Nicolosi hanno fatto bene e non voglio dimenticare Aiello, Nobile e Porcasi, protagonisti di un confronto leale e schietto». Anche se, più che il tenore del messaggio, si fa subito notare l’assenza del principale avversario De Luca tra i complimenti fatti agli sfidanti. 

A Campofelice di Roccella, intanto, Michela Taravella diventa il primo sindaco donna nella storia del paese. Battendo, dopo un lungo testa a testa durato tutta la notte, un altro big della politica regionale come l’ex deputato all’Ars Peppuccio di Maggio. Al terzo e ultimo posto il M5s: un risultato certamente al di sotto delle aspettative per il candidato Calcedonio Scacciaferro, specie se si considera che Campofelice era l’unico Comune delle Madonie dove i pentastellati hanno scelto di competere. A Capaci un volto noto che ritorna, verrebbe da dire. Il nuovo sindaco è Pietro Puccio, che in passato ha ricoperto anche il ruolo di presidente della Provincia regionale di Palermo,e soprattutto torna alla guida della città 24 anni dopo la sua precedente esperienza come primo cittadino. «Mi aspettavo questo risultato perché durante la campagna ho sempre sentito affetto e calore dalle persone – dice a caldo senza risparmiare frecciate ai suoi avversari – È stata fatta una campagna indecente, a volte anche contro di me, mentre noi abbiamo parlato dei problemi di Capaci e delle soluzioni, e questo ci ha premiato. In noi i cittadini hanno visto la freschezza del cambiamento e non possiamo deluderli». «Mi pare di capire che sia stata fatta una scelta netta», commenta lo sfidante Erasmo Vassallo, staccato di oltre 600 voti. Riguardo alle accuse di veleni lanciate dal suo avversario, replica: «Sono una falsità totale, semmai è stata costruita una campagna mediatica contro la mia persona. Ora, comunque, tocca rasserenare il clima – conclude – e noi faremo il nostro dovere all’opposizione».

A Collesano la fascia tricolore si assegna per soli tre voti. Ad aggiudicarsela è Giovanni Battista Meli, che incassa 931 voti. Sconfitta amara per Michele Iannello, che con 928 voti deve accontentarsi del secondo posto. Al terzo posto arriva l’ormai ex commissario Domenico Ventura Mastrolembo, con 577 voti. Ci sono poi 3 Comuni che non hanno dovuto attendere neanche lo spoglio delle schede, perchè per loro bastava raggiungere il quorum del 50 per cento più uno dei votanti. Motivo? A Gratteri, Sclafani Bagni e Giuliana c’era un solo candidato sindaco con una sola lista civica a supporto. Dunque rispettivamente diventano primi cittadini Francesco Scarpinato, Giuseppe Muffoletto e Giuseppe Sollazzo, che ottengono ovviamente il 100 per cento di adesioni, e affluenze piuttosto alte. Veri e propri plebisciti, seppure in formato ridotto visto il numero basso degli abitanti. Forse il vero sogno di coloro che si candidano alle amministrative. 

Andrea Turco

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