Voluta o casuale, a dieci giorni dalle elezioni comunali di Catania, l’ironia sferza i candidati usciti sconfitti dalla recente tornata elettorale. Anche laddove la disfatta è solo parziale. Manlio Messina, per esempio, un posticino al Consiglio comunale l’ha guadagnato lo stesso: con le sue 797 preferenze, raccolte in seno al Popolo delle libertà, si è riconfermato a Palazzo degli elefanti. Solo che, invece di vestire i panni del consigliere di maggioranza, gli toccherà indossare quelli dell’opposizione. E che ne sarà degli sforzi fatti nel corso del suo ultimo mandato? Che ne sarà di quelle sei antenne per la connessione wi-fi gratuita pensate da Messina per sei zone della città, da installare a sue spese, con lo scopo di «accorciare il digital divide» etneo? Sono finite in vendita su Subito.it per la modica cifra di tremila euro, «praticamente la metà del loro valore».
Il volto sorridente di Manlio Messina, con il logo del noto sito di e-commerce impresso sopra, fa da testata all’annuncio dal titolo «Antenne wi-fi come nuove», caricato nella sezione «Accessori». «Causa rinnovamento dell’amministrazione comunale e passaggio all’opposizione, consigliere del Pdl appena rieletto vende tre antenne wi-fi in Catania», comincia il messaggio di un utente che si firma Manlio, fingendosi il diretto interessato. «Le antenne sono praticamente nuove prosegue la gente non si è collegata manco per curiosità, tipo per dire “au, talia, avemu u uai fai a Catania“». «Prendono fino a un chilometro di distanza promette il testo il router lo potete buttare nel cassonetto; se le volete, ve le dovete andare a caricare di persona, perché io ho una Micra del ’98 e nel portabagagli non ci entrano».
E se l’annuncio di Messina è un simpatico falso, vero è invece un volantino che ieri ha riempito i parabrezza delle auto di corso Sempione, nel pieno centro della Milano benestante. «Cerco urgentemente in questa zona immobile da acquistare. No agenzie, no curiosi, solo interessati». Il numero di telefono di rito. E infine il colpo di scena. Firmato: Stancanelli. Un caso di omonimia, senza dubbio, che arriva curiosamente a neanche una settimana dall’insediamento del nuovo e contemporaneamente redivivo primo cittadino, Enzo Bianco. A danno di uno Stancanelli, Raffaele, al quale adesso tocca fare le valigie e lasciare il palazzo di città. Ma che lo faccia per andare ad acquistare un immobile nel capoluogo lombardo pare difficile.
Milleduecento chilometri sono troppi, anche per curare un cuore spezzato. E Regalbuto potrebbe attendere il ritorno del figliol prodigo. Il quale figliolo, a una giornalista che gli ha chiesto, all’indomani della vittoria del suo rivale, cosa avrebbe fatto della sua vita aveva risposto: «Quello che facevo prima di fare il sindaco», tentando di nascondere l’amarezza. Ma la giornalista, si vede, non era proprio soddisfatta: «E cioè?», l’ha incalzato, forse memore del fatto che molti catanesi la prima volta che hanno visto Raffaele Stancanelli in vita loro è stato sui manifesti della campagna elettorale del 2008, quella a seguito della quale è stato eletto. «L’avvocato rispondeva alla domanda un trafelato Stancanelli l’avvocato».
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