Comitato d’affari gestiva compravendita cittadinanze Coinvolti anche dipendenti del Comune di Catania

«
Speriamo che sono giusti, 625 euro giusto?». Le telecamere nascoste, piazzate dagli investigatori, hanno immortalato un passaggio di denaro tra due impiegati del Comune di Catania. Dietro quei soldi ci sarebbe una compravendita di cittadinanze italiane. Vendute da funzionari infedeli in servizio negli uffici di palazzo degli Elefanti in via Alessandro La Marmora, dove hanno sede gli uffici di Stato civile. Il video mostra due persone, un uomo e una donna, intendi a parlare di affari utilizzando generici riferimenti. «Lunedì prossimo già sono cinque», dice l’uomo dopo il passaggio della bustarella. 

La donna, seduta dietro la scrivania, dopo avere intascato le banconote e averle riposte all’interno di una borsa poggiata sul tavolo, risponde: «
All’epoca quando ho cominciato mi ha detto “la pulizia deve essere fatta, la casa pulita“». Allusioni che secondo gli inquirenti farebbero riferimento al business gestito all’intero degli uffici pubblici.

La compravendita, secondo quanto comunicato dalla polizia, era diretta in favore di
cittadini brasiliani. L’operazione è stata ribattezzata Tudo incluido. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono quelli di associazione per delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravato dalla transnazionalità e dal fine del profitto, corruzione e falso in atto pubblico. Il pacchetto avrebbe avuto un costo di cinquemila euro, alloggio e cena compresi, così da ottenere in poco meno di due settimane la doppia cittadinanza. 

Otto persone agli arresti domiciliari, compresi quattro dipendenti del Comune di Catania, e uno dei due organizzatori, il titolare di un’agenzia di disbrigo pratiche. L’altro è un italo-brasiliano che vive in Sudamerica, attualmente irreperibile. Notificati anche tre obblighi di firma. Gli impiegati vengono indicati organizzatori, poiché in cambio di soldi, avrebbero «costituito una sorta di vera e propria squadra e, ciascuno per la propria competenza  – un vigile urbano addetto ai controlli sulle residenze, un’impiegata dell’ufficio stranieri, la responsabile dell’ufficio cittadinanze ed un addetto all’archivio dello Stato civile -, utilizzando a fini personali la funzione pubblica ricoperta, riusciva a controllare le pratiche amiche, esitandole velocemente e anche in spregio alle norme di settore». Il giro d’affari stimato si aggira intorno ai 250mila euro, somma equivalente del sequestro beni chiesto e ottenuto dalla Procura. Sigilli sono stati posti a quattro immobili a Catania, utilizzati per ospitare i brasiliani durante il soggiorno.

Redazione

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