Comiso, petizione per acquistare castello dei Naselli Sindaco: «Mancano soldi, speriamo in finanziamenti»

Restituire il Castello dei Naselli d’Aragona di Comiso alla città e ai cittadini. È la richiesta di numerosi esponenti del mondo culturale che in questi giorni hanno lanciato una petizione, con tanto di appello al sindaco Filippo Spataro «affinché si intesti una battaglia per l’acquisto pubblico del monumento». I promotori ritengono che a dover intervenire debbano essere «il Comune o la Regione».

L’ente, però, non avrebbe i fondi necessari per affrontare tale spesa. Motivo per il quale, secondo il primo cittadino, l’acquisto dell’immobile non sarebbe mai stato oggetto di discussione amministrativa. «Il nostro Comune è appena uscito dal dissesto, quindi non saremmo in grado di sostenere i costi di acquisto, ristrutturazione e manutenzione, come non lo sarebbero state le amministrazioni precedenti», commenta Spataro. 

L’ipotesi sarebbe nata a seguito della decisione della famiglia Nifosì, attuale proprietaria, di mettere il monumento sul mercato. Un bene di interesse nazionale, che fu dimora dei conti Naselli d’Aragona, signori di Comiso e fondatori di Aragona. «Dopo il terremoto del 1693 il castello venne restaurato e, nel corso del Settecento, arricchito di logge e trifore, finché nell’Ottocento una parte fu adibita a teatro e l’altra a carcere mandamentale – si legge nella petizione -. Nel Novecento, venduto da privati a privati, adesso rischia di essere rivenduto ancora una volta», accusano.

Secondo il sindaco, tuttavia, «l’errore fu fatto 50 anni fa, quando l’amministrazione dell’epoca diede la possibilità a dei privati di acquistarlo». Adesso la giunta Spataro vuole correre ai ripari, ma per farlo c’è bisogno di un contributo esterno. «Cercheremo di ottenere finanziamenti regionali, ministeriali e comunitari che ci consentiranno l’acquisto e la successiva gestione del monumento», spiega il vice sindaco Gaetano Gaglio.

L’appello è stato sottoscritto, tra gli altri, dalla scrittrice Eva Cantarella, e poi da presidi, docenti e ricercatori universitari come Giombattista Amenta, Nunzio Zago, Gian Biagio Conte, Paolo Barresi, Anna Sereni, Biagio Guccione, Daniela Patti, Salvatore Riolo e Francesco Tiradritti. Tra le firme anche quelle dei professori dei licei Michele Blandino, Marco Formisano, Antonio Paludi e Sofia Portuese; professionisti e artisti, come l’architetto Biagio Catalano, lo storico Francesco Ereddia, il pittore Salvo Barone e lo scultore Luigi Garofalo. «È un piacere costatare che nomi illustri dell’arte e della cultura si siano mossi per il castello», conclude Spataro.

Danilo Daquino

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