Comiso, il racconto del sindaco minacciato dal boss «Tu t’ha scantari». Spataro: «Ho il dovere di non cedere»

Lo hanno arrestato di nuovo, ieri mattina. Mario Campailla è considerato dalla Direzione nazionale antimafia il reggente del clan degli Stiddari a Comiso. Nei giorni scorsi avrebbe minacciato il sindaco di Comiso, Filippo Spataro, perché venisse modificata la posizione di un palco nella centrale piazza Fonte Diana. Dove si trovano il Municipio casmeneo e il locale commerciale, un bar, intestato alla compagna di Campailla. «Questi attacchi de visu, brutali e arroganti, sono segnali di un sentore di impunità, che però non può e non deve esistere», dichiara Spataro che, con la sua denuncia, ha causato il nuovo arresto del boss. «Io forse sarò incosciente, ma rappresento una comunità che mi ha affidato un mandato pro tempore e ho il dovere di non cedere. Non si può sottostare a persone come lui, è intollerabile. Per adesso è una minaccia per un palco, domani non si sa», continua il primo cittadino.

Campailla, soprannominato ‘U checcu e Saponetta, era stato fermato in passato per traffico di stupefacenti e, dopo essere uscito dal carcere, nuovamente arrestato il primo ottobre del 2012 a seguito dell’operazione Chimera. Accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata all’estorsione e all’approvvigionamento di armi scambiate con clan della ‘ndrangheta, è stato detenuto nel penitenziario di Novara, in regime di 41 bis. Uscito di prigione, è tornato a Comiso circa due anni dopo, in libertà vigilata nonostante la comprovata «pericolosità sociale». Ad aprile è stato fermato dalla polizia perché alla guida del proprio ciclomotore, con la patente ritirata e senza casco. In quell’occasione avrebbe minacciato gli uomini della polizia del commissariato della città.

Dopo appena due mesi, si torna a parlare di lui. Nei giorni scorsi, il sindaco di Comiso aveva concesso l’allestimento di un palco per le esibizioni nella piazza centrale. La città è in dissesto finanziario e l’iniziativa, con il patrocinio gratuito dell’amministrazione, è a carico dei commercianti della zona. La struttura, secondo il progetto, non sarebbe stata rivolta verso il bar poco distante di proprietà della compagna di Campailla, «che non ha mai partecipato all’iniziativa», racconta il primo cittadino. L’uomo lunedì scorso avrebbe prima minacciato gli operai e il giorno successivo avrebbe fermato Spataro che era alla guida: «Mi ha aggredito verbalmente in pubblica piazza, davanti a tutti, gridando come un pazzo. “Io stu palcu t’u bruciu!” [ti brucio il palco]». 

E non sarebbe finita qui. Campailla avrebbe concluso con un avvertimento: «Tu t’ha scantari [tu devi spaventarti]». Il sindaco, dopo aver risposto a tono, «allertato e disturbato» ha immediatamente contattato le forze di polizia. Ma nel pomeriggio sarebbe arrivata anche la seconda minaccia, stavolta telefonica. Campailla al cellulare avrebbe ripetuto più volte: «Vi scannu a tutti, prima ca arriva a volanti [vi uccido tutti prima che arrivi la polizia]».

Il primo cittadino ammette l’iniziale timore. «Solo cinque minuti iniziali di turbamento, ho una moglie e due bambini piccoli», e lancia un chiaro segnale di intolleranza alle pratiche criminali e richiesta di collaborazione: «Le forze dell’ordine mi hanno tutelato e accudito, sono state straordinarie. Adesso devono essere aiutate, bisogna denunciare i soprusi. Mi arrivava voce che scorrazzasse per i locali commerciali della città, con fare tutt’altro che gentile. Spero adesso di essere d’esempio ai cittadini con un modo di fare». 

Andrea Gentile

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