Come funzionava il servizio a domicilio per cocaina e crack Gli ordini gestiti al telefono e le consegne in tutta la città

Di necessità, vizio. Perché non si può certo parlare di virtù per il metodo di spaccio ideato e organizzato dal 30enne Mario Grillo. C’è anche lui tra le 22 persone finite nell’indagine Concordia portata avanti dai carabinieri di Catania sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia. Bloccato agli arresti domiciliari, Grillo (che adesso è finito in carcere) dalla sua abitazione di via D’Amico, nella zona della stazione centrale, aveva messo in piedi un servizio di delivery di cocaina e crack. Restando a casa gestiva gli ordini al telefono, mentre alle consegne ci pensavano due o tre corrieri in motorino.

Sulla scheda sim utilizzata da Grillo, ma intestata a un cittadino originario del Bangladesh, in meno di due mesi – dal 21 gennaio al 10 marzo 2020 – sono state intercettate centinaia di conversazioni con clienti che per ordinare usavano il tempo come unità di misura. «Per me fai un’ora e venti minuti (un’ora equivale a una dose di cocaina da un grammo, ndr)», dice una donna di nome Mary durante una breve conversazione. «Appena torna, te lo mando», risponde Grillo parlando del pusher-fattorino che si occupa di effettuare le consegne a domicilio. Non solo nelle case degli acquirenti ma anche in qualsiasi punto della città. «Dovunque sei, io te lo mando: non ce n’è problema, lo sai, il tempo che si libera», risponde Grillo a un cliente preoccupato di non essere a casa al momento in cui il corriere avrebbe potuto fare la consegna.

I cellulari per gli ordini non smettono mai di squillare. E, in diverse occasioni, Grillo è costretto a mettere in attesa alcuni clienti che, a giudicare dai soprannomi affettuosi con cui si rivolge a loro – «amore», «vita», «gioia», «zio» -, sembrano essere quelli più abituali. Nonostante l’affetto, non mancano i reclami. Come quelli che di solitano si lasciano sulle piattaforme di delivery dopo avere ordinato. Non solo lamentele per i ritardi ma anche per la quantità o la qualità del prodotto. 

«È di meno», lamenta un acquirente al quale però Grillo controbatte specificando che «questa è tutta sana», cioè si tratta di cocaina pura. «Poi, se vuole truciolato gli mando truciolato», aggiunge risentito al rientro del corriere. Uno dei clienti esprime a lui il rammarico per avere ricevuto una busta già aperta. Il maggiore indiziato – con un dubbio corroborato dalla richiesta di una bottiglia per fumare – è che sia stato il fattorino. «Io sto restando scioccato di quello che mi stai dicendo – risponde Grillo deluso – Penso che non lo vedrai più». Solo così chiude l’accordo per una nuova consegna.

Una tipologia particolare di corriere è quella dei due tassisti Eugenio Farinella (finito in carcere) e Agatino Carnazza (agli arresti domiciliari). Una sorta di fattorini intermediari: ordinavano la droga che poi rivendevano – a un prezzo maggiorato – ai clienti che non volevano esporsi direttamente. Alcuni di questi si rivolgevano a loro anche nel cuore della notte. In una di queste occasioni, Carnazza chiama Grillo per un ordine speciale: «Me lo fai un bel cucciddatu bellu cunsatu (una ciambella di pane ben condita, ndr) per tre». 

Marta Silvestre

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