Come è complicato rinnovare la carta d’identità a Palermo Denuncia di un lettore dagli uffici comunali di via Bevignani

Nel film Harry a pezzi ad un certo punto Woody Allen si ritrova all’inferno. Lì il regista newyorkese mostra una rivisitazione cinica e molto attuale dei gironi diabiolici.  Se la pellicola fosse ambientata a Palermo prevederebbe una tappa presso un lento e polveroso ufficio della postazione decentrata del Comune di Palermo di via Bevignani 74. Basta una mattinata per esaminare e capire quanto sia effettivamente disorganizzato il piano comunale delle operazioni quotidiane utili ad ogni cittadino.

Almeno dieci gli impiegati presenti all’interno. Due di loro non possono svolgere il disbrigo delle pratiche, lo affermano essi stessi d’altra parte, perchè privi di una normale password per accedere ai terminali.  Altri due di loro stanno seduti all’ingresso soltanto per compilare un foglio di carta con un turno. Non esiste infatti una numerazione elettronica, non esistono le macchinette per il turno con biglietti cartacei.

Non appena entrato sono immediatamente stato avvisato del fatto che, data l’ingente presenza del pubblico nella mattinata odierna, avrei rischiato di non farcela a completare l’operazione da me richiesta: un difficilissimo rinnovo della carta d’identità. Lo sportello attivo è uno soltanto, l’operatore responsabile è uno soltanto. La domande sorge effettivamente spontanea: il resto degli impiegati cosa sta facendo?. Sono quindi liberi di poter impiegare il tempo in qualsiasi altro modo: cellulari alla mano, caffè e sigarette, qualche domanda curiosa. Alcuni ad un certo punto si avvicinano a me. Decidendo di intraprendere seduta stante un dibattito sui miei tatuaggi.

Intanto l’ufficio è oltremodo sporco e parecchio caldo. Si procede nelle attività, lentamente e mestamente, fino alle 12 e 50 circa, orario in cui viene annunciata la chiusura delle operazioni con all’interno ancora tre clienti, pronti ad essere allontanati perché fuori orario. Ovviamente tra questi intrepidi ma sfortunati ci sono anch’io. 

Chiusura obbligata delle operazioni. Non appena scattata l’ora x sono stato allontanato pur essendo l’ultimo in coda, e molti erano già andati via lamentandosi parecchio. Ho chiesto delucidazioni, ho chiesto di poter fare il rinnovo pur essendo le 13 perché l’ultimo ad attendere. Sarebbero bastati dieci minuti. Ma è lì che tutto si è trasformato in una divertente gag: alcuni degli impiegati mi hanno invitato ad andare in segreteria, un’altra stanza nascosta dietro altre pareti di carton gesso, per reclamare con la responsabile. Una responsabile? Allora non era soltanto uno l’operatore abilitato. La responsabile ha la possibilità di sbrigare tutte le pratiche: perché quindi non ha evitato il caos e mandato avanti la giornata in modo più veloce visto che era uno solo lo sportello aperto?. 

Non avrò risposta a tal quesito, visto che non sono stato accolto benevolmente e successivamente accompagnato verso l’uscita. Inutile duramentre in quei minuti sarebbero state svolte almeno altre due operazioni. Senza considerare l’orario di chiusura pomeridiano, e la riapertura pomeridiana prevista soltanto a giorni alterni e soltanto per due ore. In fondo io gli impiegati comunali non li detesto, anzi li invidio. In Sicilia tutti noi vorremo avere un lavoro del genere: percepire uno stipendio, stare un po’ di più al telefono e invecchiare ascoltando le lamentele dei normali cittadini che perdono ore della loro giornata, per un’operazione da pochi minuti o per una non operazione, dato ciò che accade.

Redazione

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