Come diventerà lo Stand Florio di via Messina Marine I privati stanno ultimando i lavori nella casina liberty

Siamo alle battute finali per il recupero del complesso dello Stand Florio, la casetta Liberty di via Messina Marine (all’altezza di via Salvatore Cappello) che si appresta a rinascere nei prossimi tre mesi. Magari non si sentirà più il rumore dei fucili e delle pallottole della ricca borghesia palermitana, intenta – un secolo fa – a colpire i piccioni (cosa che oggi molto probabilmente verrebbe considerata barbara, nonostante questo sport sia ancora praticato in Spagna), ma di sicuro qui si tornerà a respirare vitalità e cultura.

La struttura – costruita dalla famiglia Florio nel 1905 su progetto di Ernesto Basile – negli ultimi decenni è stata relegata a un oblìo fatto di degrado ed indifferenza simile a tante parti della costa Sud di Palermo. Di proprietà dell’Agenzia del Demanio, lo Stand è stato inserito nell’edizione 2016 del bando “Valore Paese”, iniziativa che prevede la cessione della gestione pluriennale di vari beni in cambio di un canone annuo. Nel giugno 2017 la Servizi Italia Soc. Coop. a r.l. si è aggiudicata la casina liberty (che presenta vari elementi architettonici rimandanti allo stile moresco) per 50 anni, impegnandosi a pagare la somma di 14.400 euro all’anno, e il 14 dicembre sono partiti i lavori di ristrutturazione dell’immobile, che hanno riguardato sia gli ambienti interni che i prospetti, compresa parte dello spazio esterno retrostante.

Ma il recupero della struttura, nell’intenzione dei nuovi gestori – che hanno fondato una società, la Stand Florio s.r.l., per amministrare il bene – è solo la prima parte di un piano più ampio, che prevede, in un certo senso, la riproposizione dell’originario progetto del Basile che all’epoca non venne portato a termine. «Stiamo ristrutturando – spiega Fabio Vajana, amministratore unico Stand Florio s.r.l. – il cosiddetto edificio degli scommettitori, dove collocheremo le cucine e i vari servizi, come il caffè letterario. Inoltre nello spazio attiguo, dove c’era un capannone, realizzeremo un teatro all’aperto da 300 posti. Abbiamo avviato una interlocuzione con l’assessorato regionale al Territorio per la fascia di terreno tra il muro di cinta ed il mare (ed anche per la zona del campo da calcio), che è demanio marittimo regionale, ma ci hanno risposto che prima il Comune deve approvare il Pudm (piano urbano demanio marittimo). Nel frattempo cureremo l’area verde esterna, che di concerto con la Sovrintendenza trasformeremo in un giardino con un agrumeto, essenze mediterranee e vari percorsi. L’intero progetto di riqualificazione di Stand e dintorni costa circa 700mila euro, fondi interamente privati, dato che non abbiamo chiesto nessun aiuto pubblico. Il complesso aprirà tutto insieme, e al momento stiamo lavorando per ottenere tutti i permessi necessari. Contiamo di finire cucine e teatro per fine settembre».

Da quel momento si dipanerà un calendario di eventi lungo tutto l’anno. «Sarà – sottolinea il direttore artistico dello Stand Florio, Alba Romano Pace – un contemporary hub. Utilizzeremo tutti gli spazi, interni ed esterni. Dentro ospiteremo installazioni d’arte contemporanea e artisti internazionali, fuori ci saranno mostre fotografiche e gli spettacoli a rotazione, tra teatro e concerti».

Dovrebbe chiudersi così la fase più buia della storia dello Stand, che nel 2011 ha conosciuto pure il sequestro giudiziario per via di attività illecite condotte al suo interno. La chiusura forzata servì alla Sovrintendenza per alcune opere urgenti, come lo smaltimento dell’amianto (spesi 200mila euro). «Per preservare un bene – commenta Lina Bellanca, soprintendente ai Beni Culturali di Palermo – serve presidiarlo. Negli anni ’90 avevamo intrapreso un restauro che ha conservato l’edificio fino al suo abbandono. Noi favoriamo queste iniziative coi privati, e guardiamo con interesse al recente passaggio di numerosi beni dallo Stato alla Regione, ma per non farlo diventare un problema servirà una strada di trasparenza e apertura».

«Questa – osserva Roberto Reggi, direttore generale Agenzia del Demanio – è solo una delle 29 concessioni (14 in Sicilia) rilasciate negli ultimi treanni tra fari ed edifici costieri. Prima i bandi andavano deserti perché mancavano i documenti per regolarizzare i beni. Adesso questa attività preliminare la fanno il Demanio e gli enti locali». Una collaborazione istituzionale molto forte, che secondo il sindaco Leoluca Orlando è «la chiave di volta. Ma senza il privato si fa poco. Riguardo al Pudm, lo avevamo presentato alla Regione nel 2014, ma ci hanno risposto solo pochi mesi fa, chiedendoci delle modifiche che ora stiamo approntando. Ho sollecitato gli uffici affinché terminino questo lavoro».

E sempre il Demanio ha concesso per 19 anni in comodato d’uso gratuito al Comune il faro di Capo Gallo. La struttura verrà utilizzata dall’amministrazione locale come centro permanente di educazione ambientale all’interno dell’Area naturale marina protetta Capo Gallo-Isola delle Femmine.

Massimo Gucciardo

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